vena2
véna2 s. f. [lat. vēna] (pl. -e, ant. -i). – 1. a. In anatomia, vaso sanguifero in cui scorre il sangue in direzione centripeta, ossia dalla periferia verso il cuore; a differenza delle arterie, le vene corrono generalmente in superficie, e le pareti sono più sottili (nei vasi di maggiore calibro sono formate da tre tuniche concentriche di tessuto connettivo, muscolare ed elastico): vene del grande circolo, con sangue venoso, del piccolo circolo, con sangue arterioso; le v. del braccio, della mano, delle gambe, ecc.; v. varicose, le vene che hanno subìto dilatazioni permanenti (varici) e risultano allungate, tortuose, soprattutto negli arti inferiori; per le vene che hanno una propria specifica denominazione (v. cava, v. porta, v. anonima, v. safena, v. succlavia, ecc.), v. le singole voci. b. Nell’uso com., vaso sanguigno in genere, comprese quindi anche le arterie: tagliarsi, recidersi le v.; in usi fig., non avere sangue nelle v., essere privo di forza, di energia o di carattere; sentirsi bollire il sangue nelle v., sentirsi vivamente eccitato per ira, sdegno o altra passione; non avere più sangue nelle v., essere sopraffatto da improvviso spavento o da altra forte emozione (con diverso soggetto: non gli era rimasto più sangue nelle v.; gli si era gelato il sangue nelle vene). c. fig., poet. Sangue: Cristo ... Quando ne liberò con la sua v. (Dante). 2. estens. a. In botanica, sinon. di nervo. b. In zoologia, costola chitinosa delle ali degli insetti, detta anche nervo. c. Rigatura ondeggiante nella pietra, nel marmo, nel legno, di colore diverso dal fondo (sinon. meno com. di venatura). 3. a. Canale o meato naturale entro cui scorre l’acqua sotterranea: una v. d’acqua; acqua di vena. Anche la sorgente da cui sgorga l’acqua: una v. ricca, abbondante; Rapido fiume che d’alpestra vena ... Notte e dì meco disïoso scendi (Petrarca). Poet., acqua scorrente: una fontana viva, Con sì pura, tranquilla e chiara vena, Che gli occhi non offesi al fondo mena (Poliziano). b. In idrodinamica, v. fluida, massa liquida, generalmente di limitata sezione trasversale, che scorre con più o meno regolare continuità; regime della v., il regime di moto, laminare o turbolento, dal quale la massa liquida è animata. Una vena uscente da una luce praticata nella parete di un recipiente è detta aderente o libera a seconda che essa, fuoriuscendo dal recipiente, scorra sulla parete esterna di questo o se ne allontani. 4. Nel linguaggio minerario e in geologia, sottile filone di un minerale: una v. quasi diritta, molto ondulata; scoprire, trovare, sfruttare una v. d’oro, d’argento; in senso fig., trovare una v. d’oro, una sorgente abbondante di ricchezza, di facile guadagno. 5. In usi fig., con riferimento ai varî sign. del termine: a. Essere in vena, sentirsi in vena, sentirsi in forza, in buona disposizione, pieno di estro; fare qualche cosa di vena, di buona vena, alacremente, con animo bendisposto. b. Ispirazione e facilità creativa, estro: avere v. poetica, musicale, oratoria; la sua v. si è prosciugata, si è esaurita; volevo scrivere dei versi, comporre della musica, ma mi è mancata la v.; Secca è la v. de l’usato ingegno (Petrarca); Ride il volgo, se sente un ch’abbia vena Di poesia (Ariosto). c. Traccia, segno più o meno evidente: c’era nelle sue parole una sottile v. d’ironia. d. Sulla vena, locuz. agg. che, riferita al vino, ne indica un sapore tra l’asciutto e il dolce; anticam. si diceva anche vino della v., vino che ha la v., che ha una v. d’amabile. ◆ Dim. venétta, in senso proprio (le venette dell’occhio) e in alcuni usi estens., venettina, venolina, venuzza.