ventura
s. f. [lat. ventūra, neutro pl. di venturus (v. venturo): propr. «le cose che verranno», quindi «il futuro»]. – 1. a. Sorte, destino: predire, indovinare, leggere la v. (pop. dare, fare la v.); avvegna ch’io mi senta Ben tetragono ai colpi di v. (Dante); nel mondo Sua v. ha ciascun dal dì che nasce (Petrarca); talora, condizione di fortuna: chi muta paese, muta v. (prov.). Ant., caso, ragione fortuita: Qual forza o qual ventura Ti travïò sì fuor di Campaldino, Che non si seppe mai tua sepultura? (Dante); non so io stesso ove io mi vada, O dove ancor mi guidi la v. (Pulci); gioco di v., gioco di fortuna, d’azzardo. Come locuz. avv., per v., ant., per caso, incidentalmente: E per v. udi’ «Dolce Maria!» Dinanzi a noi chiamar (Dante), mi accadde di udire ...; Stando quivi suspesa, per ventura Si vede inanzi giungere un villano (Ariosto); per v. si usò anche col sign. di «per avventura», cioè «forse». b. Determinando, buona v., buona fortuna, mala v., cattiva sorte: augurare la buona v.; per buona v. avvenne che ...; la mala v. volle che ..., fece sì che ...; la scongiura Per gli uomini, per Dio, che non gli taccia Quanto ne sappia, o buona o ria v. (Ariosto). c. Usato assol., s’intende più spesso buona fortuna, buona sorte: andare in cerca di v.; bocca baciata non perde ventura (prov.); e così, in esempî della lingua ant.: l’imperio, quale e maggiori nostri più con virtù che con ventura edificarono (L. B. Alberti). Ant., provare v., incontrare fortuna: Proverai tua ventura Fra’ magnanimi pochi a chi ’l ben piace (Petrarca); procacciare sua v., provvedere utilmente a sé stessi, e in partic. procurarsi qualche piacere amoroso: l’altre che senza amante erano, come seppero il meglio, segretamente procacciaron lor v. (Boccaccio), provvidero a sé stesse, procurandosi il piacere amoroso. d. Locuz. avv. alla v., a caso, affidandosi alla sorte: qualche soldo che distribuirà così alla v. (Manzoni); andare alla v., andare a caso, mettersi in balìa del caso: Per lo deserto vanno alla v. (Pulci); mettersi alla v., affrontare la sorte, andare in cerca di fortuna, o anche deliberare alla cieca; andare alla v. di Dio, rimettersi alla Provvidenza. 2. a. Compagnie di ventura, bande di soldati mercenarî (soldati di v.) al soldo di condottieri (capitani di v.) che agirono in Europa e in Italia particolarmente nei secoli 14°-16° (v. compagnia, n. 7 a). Analogam.: Quegli è Dudone, ed è da lui guidata Questa schiera, che schiera è di v. (T. Tasso); Noi siàn là de’ paesi del Soldano Pur cavalieri erranti e di v. (Pulci), qui piuttosto «cavalieri che si danno all’avventura». b. ant. Medico, chirurgo di v., che esercita la professione libera, che non ha condotta; analogam., fare il medico alla ventura.