vetriolo2
vetrïòlo2 (letter. vetrïuòlo; ant. o pop. vitrïòlo) s. m. [lat. mediev. vitriolum, neutro sostantivato dell’agg. tardo vitreŏlus, der. di vitrum «vetro»; così detto per l’aspetto vetroso dei cristalli]. – 1. Denominazione, oggi poco usata, di certi solfati di metalli bivalenti, a lucentezza vitrea, cristallizzati con 7 molecole di acqua, fra loro isomorfi: v. bianco (solfato di zinco), v. verde (solfato ferroso), e, più raramente, v. rosso (solfato di cobalto) e v. rosa (solfato manganoso); a essi va aggiunto il v. azzurro (solfato di rame), che tuttavia cristallizza con 5 molecole di acqua. 2. Nome popolare (anche olio di v.) dell’acido solforico fumante, o semplicem. dell’acido solforico, usato in passato per la preparazione domestica di saponi e detersivi (e talora, in soluzioni molto diluite, per preparati farmaceutici), ma reso particolarm. famoso come strumento di sfregio per vendetta, a causa delle sue forti proprietà corrosive, dalla cronaca nera e dalla novellistica di fine Ottocento: deturpare col vetriolo. Per estens., nome generico di sostanze adoperate delittuosamente col medesimo scopo. 3. Altro nome del martin pescatore, uccello della famiglia alcedinidi, con allusione al colore verde azzurro che hanno le sue penne.