vibrare
v. tr. e intr. [dal lat. vibrare]. – 1. tr. a. letter. Agitare un’arma, prima di scagliarla lontano (cfr. palleggiare): v. la lancia. Quindi, scagliare con forza: v. un dardo, una freccia; una rappresentazione pittorica di Giove che vibra le folgori sulla terra; contra costui Ella stessa vibrò di Giove il telo Giù dalle nubi (Caro). b. Dare, tirare con forza, in espressioni come v. il colpo, un colpo (di lancia, di pugnale, di spada, di coltello, ecc.) a qualcuno; v. una coltellata; gli vibrò un tremendo pugno. E in espressioni fig. (come sinon. di lanciare, scagliare): v. l’anatema, v. una maledizione contro qualcuno; Elena udì, vibrò a chi l’aveva detto un’occhiata di freddo disprezzo (Fogazzaro). 2. intr. (aus. avere) Scuotersi con rapida oscillazione, essere in vibrazione: far v. le corde del violino; il diapason prende a v.; l’aria vibra nei tubi sonori; i gridi degli uccelli vibravano nell’aria pura (Deledda); la luce vibra nel cielo terso. In frasi fig.: il mio cuore vibrava all’unisono col suo; in partic., riferito alla voce e seguito da compl., essere concitata, fremente: la sua voce vibrava di passione, di sdegno, di commozione; con altro soggetto, manifestarsi, trasparire attraverso una particolare vibrazione: nella sua voce, o nel suo pianto, vibrava un accento di disperazione. 3. tr. Con valore causativo, far vibrare, mettere in vibrazione: tu che mostri altrui Come vibrar con maestrevol arco Sul cavo legno armoniose fila (Parini). Nei lavori edilizî e stradali, effettuare la vibrazione del calcestruzzo al fine di facilitarne l’assestamento (v. vibrazione). ◆ Part. pres. vibrante, anche come agg. (v.). ◆ Part. pass. vibrato, anche come agg. e s. m. (v.).