vigile di quartiere
loc. s.le m. Agente di polizia locale incaricato della sorveglianza di un quartiere urbano, con il compito di stabilire un contatto diretto con i cittadini. ◆ «Telecamere a circuito chiuso, colonnine stradali per le richieste di aiuto, vigilantes in parchi e giardini, illuminazione delle strade più buie e pericolose sono provvedimenti utili» sostiene [Giovanni Preziosa, neoassessore alla Sicurezza del Comune di Bologna]. E lo è anche il vigile di quartiere. (Foglio, 28 luglio 1999, p. 3) • «Un vigile di quartiere non come figura repressiva, ma capace di interiorizzare l’ambiente in cui opera, farlo proprio, scoprirne i lati positivi e quelli negativi cercando di eliminare i secondi […] Il vigile di quartiere è una figura molto utile che a Londra opera già da diversi anni e si è espansa in tutto il mondo» [Alessandro Rufo, Assessore alla Viabilità del Comune di Velletri]. (Tempo, 14 dicembre 2001, p. 42, Metropoli) • [tit.] Un «centro di mediazione» e vigili di quartiere nei locali acquistati dal Comune al Grattacielo [testo] […] La giunta ha approvato ieri anche l’acquisto di due locali (di complessivi 47mq) situati nel grattacielo: saranno utilizzati in particolare per i servizi di mediazione dei conflitti, […] ed eventualmente anche per il comando dei vigili di quartiere. (Resto del Carlino, 8 febbraio 2006, Ferrara, p. IX).
Composto dal s. m. e f. vigile, dalla prep. di e dal s. m. quartiere.
Già attestato nel Repubblica del 1° marzo 1986, p. 7, Attualità (Massimo Lugli).
V. anche agente-amico, agente di prossimità, agente di quartiere, polizia di prossimità.