vigoressia
s. f. Culto ossessivo della forma fisica e del volume muscolare, da mantenere con diete esagerate e spesso squilibrate e con allenamenti estenuanti in palestra. ◆ [tit.] «Vigoressia», la nuova malattia di chi ama troppo la palestra [testo] Dedicarsi troppo al fitness può nuocere alla salute. Lo hanno evidenziato psicologi, nutrizionisti e istruttori interpellati dal mensile Dimagrire. Il rischio è quello della «vigoressia», cioè l’ossessione della perfetta forma fisica, raggiunta magari al prezzo di diete al limite del digiuno, esercizi massacranti e integratori non proprio salutari. (Federico Ungaro, Mattino, 15 marzo 2004, p. 12) • Secondo la tendenza, il 60% dei genovesi non è affetto da «vigoressia», da dipendenza da attrezzi e specchi, fobie narcisiste, ma dà importanza anche al lato relazionale che si conferma anche nel tempo trascorso nel club: due ore e dieci minuti in media (tra le più alte in Italia), ma un po’ curiosamente solo poco più del 60% della seduta è dedicato all’allenamento vero e proprio. (Raffaella Griggi, Repubblica, 29 ottobre 2006, Genova, p. X) • «Tipica dell’uomo – dice [Massimo] Cuzzolaro – è l’anoressia inversa o vigoressia, indagata negli ultimi anni. Nella maggior parte dei casi esordisce durante l’adolescenza o la prima giovinezza e consiste nella ricerca ossessiva non tanto della magrezza estrema, quanto dell’aumento abnorme della massa muscolare, con totale assenza di grasso visibile, ottenuto mediante esercizi fisici estenuanti, controllo restrittivo, squilibrato e maniacale del cibo e ricorso a sostanze anabolizzanti». (Cesare Capone, Corriere della sera, 9 marzo 2008, p. 55, Tempo libero).
Composto dal s. m. vig(ore) e dal s. f. oressia.