vile
agg. [lat. vīlis «di poco valore, di poco prezzo»]. – 1. letter. a. Che non ha valore né pregio, o ne ha poco rispetto ad altri elementi dello stesso tipo: oggetti v., roba v.; gli alchimisti presumevano di trasformare in oro i metalli v.; si dilettò di pittura, dipingendo alcune tele non del tutto vili; quindi misero, meschino: riguardo il viver mio sì vile E sì dolente (Leopardi). Tenere a v., avere a vile, non tenere in nessun conto, disprezzare: per lucro ebbe a vile La salute civile (Parini); l’incarico loro era tenuto a v. anche da quelli che potevano averne terrore (Manzoni); essere a v., essere spregiato, tenuto in poco conto: Ed io pur con eroi son visso [= vissuto] un tempo Di voi più prodi, e non fui a loro vile (V. Monti); vendere, comprare a vil prezzo, a un prezzo molto basso, inferiore a quello giusto. b. Riferito a persona, di scarso o nessun valore morale e intellettuale, spregevole: pari a vile Mima, il pudore insulti (Parini); quindi incapace, inetto: questa donna ... la quale, da’ suoi poco avuta cara e così come vile e più non utile nel mezzo della strada gittata, da me fu ricolta (Boccaccio); Da la mattina a terza Di voi pensate, e vederete come Tien caro altrui che tien sé così vile (Petrarca); per estens., di azioni, comportamenti, fatti, e anche di cose materiali: adagiarsi in un ozio torpido e v.; v. adulazione, v. interesse; il v. danaro. c. Con riferimento a condizione sociale, umile, di rango molto basso (contrapp. a nobile): persona di nascita v., di v. stirpe, di v. schiatta; Con essi ragionava una donzella, Non già di vil condizione in vista (Ariosto); gente v.; acciò che a mano di v. uomo la gentile giovane non venisse ... (Boccaccio). In apostrofi spregiative: taci, vilissimo verme!; «Nel mezzo, v. meccanico; o ch’io t’insegno una volta come si tratta co’ gentiluomini» (Manzoni). 2. Che non ha coraggio di affrontare un pericolo, di ribellarsi alle sopraffazioni, di assumersi la responsabilità delle proprie azioni; pavido, codardo: un uomo v., un soldato v., un v. calunniatore; in quell’occasione ti sei mostrato davvero v.; un conto è esser prudente, un altro essere v.; spesso come sost.: sei un v.!, una vile!; i v. meritano soltanto di essere disprezzati; azioni, parole da vile. Non com., con sign. meno spreg., timoroso, timido: Il pudor mi fa vile, e prode l’ira (Foscolo). Per estens., da persona vile, da vile: azione v., discorso v. animo v., comportamento v.; con valore neutro: è vile rinunciare alla lotta; nulla di più vile che l’acquiescenza ai prepotenti. ◆ Avv. vilménte, in modo vile, da vile: fuggire vilmente davanti al pericolo; ant., in modo che rivela abbattimento, sconforto morale: Io presi tanto smarrimento, allora, Ch’io chiusi li occhi vilmente gravati (Dante).