viluppo
s. m. [lat. mediev. faluppa «pagliuzza» e sim. (v. faloppa), o altro derivato di volvĕre]. – 1. Intreccio confuso di fili, nastri, capelli o altri elementi allungati: un v. di cavi; un v. inestricabile di fili elettrici; un v. di rotaie; li quali [capelli] sopra l’orecchie in tonda treccia raccolti ..., con piccolo v. stendentisi or verso l’una e poi verso l’altra orecchia (Boccaccio); con uso estens., riferito a oggetti e corpi diversi: un v. di corpi ammucchiati, di cadaveri, un v. di panni; trovarono in un gran v. di zendado fasciata una piccola cassettina (Boccaccio). 2. fig. Insieme intricato e confuso di fatti o elementi non materiali: in questo v. di avvenimenti non mi raccapezzo più; un v. poco chiaro di idee, di concetti; le ragioni e i torti dell’uno e dell’altra si mescolavano in un v. inestricabile (N. Ginzburg); assol.: parmi che ’l Sarsi ... cerchi d’avviluppare il lettore: ma io cercherò di disfare i v. (Galilei).