vincolo affettivo
loc. s.le m. Coppia di persone conviventi, stabilmente unite da un reciproco legame di affetto. ◆ L’istituzione del nuovo registro potrà essere utilizzata non solo dalle coppie gay che ne faranno richiesta, ma anche da quelle eterosessuali che vogliano in questo modo ufficializzare il loro «vincolo affettivo» in un modo diverso da quello più tipico del matrimonio. (Daniele Salerno, Stampa, 23 luglio 1998, Alessandria, p. 3) • [tit.] Padova, primi Pacs fra ressa e poesie / Una coppia gay e una etero firmano i «vincoli affettivi». Il sindaco diserta la cerimonia [testo] […] Sono nate così le prime due famiglie padovane, certificate dal Comune, «basate su vincoli affettivi e di convivenza». «La famiglia del futuro, – sorride qualcuno – il matrimonio in senso moderno». La strada è ancora lunga. (Davide D’Attino, Corriere del Veneto, 4 febbraio 2007, Padova-Rovigo, p. 1) • «Già sotto il governo Andreotti, nel 1989, si era riconosciuta la validità delle unioni basate anche su vincoli affettivi, oltre che sul matrimonio – dice [Michela] Tassistro –. Adesso, in una città dove le unioni civili hanno già superato i matrimoni religiosi e dove le famiglie che si costituiscono sono di vario tipo, anche per la presenza di culture diverse, è corretto fare un passo successivo: riconoscerle. Non sotto un profilo ideologico, ma pratico: con un certificato di vincolo affettivo si può stare vicini al proprio partner o essere interpellati in caso di suo impedimento per le scelte sulla salute; ma si può anche certificare la data d’inizio della convivenza per poter far scattare i tre anni dopo i quali si può chiedere l’avvio di un’adozione». (Donatella Alfonso, Repubblica, 31 gennaio 2008, Genova, p. II).
Espressione composta dal s. m. vincolo e dall’agg. affettivo.
Già attestato nel Corriere della sera del 29 gennaio 1992, p. 13 (Vito D’Angelo).
V. anche unione affettiva.