vino arancione
loc. s.le m. Vino di colore aranciato, frutto della particolare lavorazione di uve a bacca bianca, macerate a contatto con le bucce in modo da estrarne le sostanze che daranno al vino la colorazione particolare e un gusto intenso e ruvido; anche assol. arancione s. m. ♦ È stata inaugurata negli spazi della Chiesa di Santa Maria d’Alieto la nuova edizione del fortunato evento enologico “Orange Wine Festival” che si annovera fra le rassegne di vini “arancioni” più interessanti del momento. Il festival rappresenta un’occasione per le diverse cantine vinicole di presentare i loro vini - prodotti con tecniche tradizionali nel pieno rispetto della natura e del territorio - ad un pubblico più ampio. (Corinne Brenko, Radiocapodistria.it, 29 aprile 2016) • Raccontare e spiegare è tanto più importante quando invece di profumi di fiori e bouquet di cuoio devi insegnare la quarta via degustativa, quella dei vini “arancioni”. I vigneti a terrazze scandiscono il percorso della cantina. Il più antico il Runk, ha i filari più ravvicinati, poi man mano le distanze si ampliano. Tutto è Ribolla Gialla. (Repubblica.it, 9 aprile 2018, Affari & Finanza) • [tit.] Avete mai assaggiato il vino arancione? (Gazzetta di Modena.it, 19 novembre 2018, Cronaca) • Né bianchi né rossi, ma nemmeno rosati: i vini arancioni sono una curiosa via di mezzo, ottenuta da uve bianche lasciate in fermentazione a contatto con le bucce – cioè la parte dell’acino più ricca di sostanze aromatiche e polifenoli – per un tempo sufficientemente lungo, a volte anche mesi. […] Una schiettezza che torna, dunque, come leit motiv, negli arancioni, nel loro modo di nascere ma anche nel loro gusto, un po’ ruvido, intenso, autentico. (Miriam Massone, Stampa, 6 dicembre 2018, Tuttigusti, p. VI).
Composto dal s. m. vino e dall’agg. arancione; ricalcato sull’ingl. orange wine (v.).