viola2
vïòla2 (ant. viuòla o vivuòla) s. f. [dal provenz. viola, viula, prob. voce onomatopeica]. – 1. Strumento musicale a corde e ad arco, appartenente alla famiglia del violino, del violoncello e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del contralto, offrendo un’estensione intermedia tra quella del violino e quella del violoncello, dal do2 al mi5; è il più antico strumento ad arco, risalendo, in forme diverse, almeno al sec. 9°, simile al violino nella forma e nella costruzione ma di dimensioni lievemente maggiori, con le corde accordate una quinta sotto (e un’ottava sopra rispetto al violoncello), cioè do2, sol2, re3, la3; la tecnica d’esecuzione, a causa delle maggiori dimensioni dello strumento, è meno agile che nel violino, con passaggi molto più difficoltosi, e il colore del timbro è più scuro e meno brillante, ma molto intenso e malinconico; lo strumento è utilizzato largamente sia in orchestra nel gruppo degli archi sia nella musica da camera. I tipi e le forme più importanti di viole sono: basso di viola, della famiglia delle viole da gamba; v. alta, con una cassa di risonanza più ampia e l’aggiunta di una quinta corda acuta, mi4, ancora usata in Germania; v. d’amore, della famiglia delle viole da gamba (che si imbraccia però come un violino), inventata probabilmente in Inghilterra verso la metà del sec. 17° e caratterizzata dalla presenza, al di sotto delle normali corde di budello (da 6 a 7), di corde di risonanza in acciaio (da 7 fino a 14), accordate diatonicamente e cromaticamente e vibranti per simpatia, con un timbro molto dolce e argentino; v. bastarda, della famiglia delle viole da gamba, inventata in Italia alla fine del ’500 e caduta in disuso all’inizio dell’800; v. di bordone o di fagotto o v. baritono, che ebbe particolare favore nel ’700 in Germania (dove era chiamata Baryton), derivata dalla viola bastarda con l’aggiunta di una serie di corde di risonanza, da 7 a 24, poste sotto il manico a destra, che potevano essere pizzicate anche con il pollice della mano sinistra: di timbro molto dolce, la viola di bordone presentava notevoli difficoltà di esecuzione (per questo strumento e per il principe M. J. Esterházy, che ne era appassionato esecutore, Haydn scrisse più di cento composizioni); v. da braccio, nome con cui si indicava nei secoli 16° e 17° uno strumento a corde della famiglia delle viole che si imbracciava come il violino, dotato di fondo concavo, fori a f, con manico stretto; v. da gamba, introdotta sul finire del sec. 15°, di ampie proporzioni simili a quelle del posteriore violoncello, che si suonava tenendola tra le ginocchia, dotata di fondo piatto, fori a C, tastiera munita di tacche indicanti i tasti, manico largo, con numero di corde fino a 6, esistente in diversi tipi e accordature: molto usata fino a tutto il Settecento, è sopravvissuta in Francia in un tipo di viola soprano a cinque corde, detta pardessus de viole, grande come un violino; v. da orbi, nome con cui in passato veniva spesso indicata la ghironda o l’organistrum. 2. Per estens., suonatore, suonatrice di viola, soprattutto in quanto faccia parte di un’orchestra.