virtuoso
virtüóso agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. tardo virtuosus, der. di virtus: v. virtù]. – 1. agg. a. Che ha virtù, cioè disposizione morale a fare il bene: persona v.; uomo v.; donna v.; gente v.; di o da persona virtuosa: atti v., costumi v.; condotta v.; condurre una vita v.; estens., non com., che induce, che stimola a virtù: esempî v.; esortazioni virtuose. b. letter. Forte e valoroso; pensando poi, con la sua gente fresca e v. facilmente i Romani già stracchi superare (Machiavelli). c. ant. Efficace, capace di produrre particolari effetti: fu da Calandrin domandato dove queste pietre così v. si trovassero (Boccaccio). d. Molto abile ed esperto, eccellente in una scienza o in un’arte: voi altri, se bene voi sete v., doverresti cognoscere, che quelle tal virtù da per voi non le potete mostrare (Cellini, riferendo parole a lui dette dal re di Francia). In partic., dotato di virtuosismo, che dimostra o dà prove di virtuosismo: un v. solista; un v. tenore; meno com., un attaccante anche troppo v., nello sport. 2. s. m. a. Persona dotata di virtù, che segue la virtù, come dote morale: la virtù, per i veri v., è fine a sé stessa; è un v., una virtuosa. b. Chi eccelle in un’arte, persona che è capace di usare con assoluta padronanza i mezzi tecnici connessi con l’esercizio di un’arte; si dice soprattutto in musica, di esecutore vocale o strumentale: variazioni da v.; un v. del violino; e nello sport, di atleti: un v. del calcio, del tennis. Con valore spreg. o limitativo: fare il v.; è un v., più che un vero artista. c. In senso storico, dall’ultimo Cinquecento all’Ottocento, persona di cultura varia, non professionalmente specializzata, e di buon gusto (in arte, detto anche «dilettante»); conoscitore: la figura del v. tratteggiata da B. Castiglione; l’Accademia dei V., al Pantheon, a Roma. ◆ Avv. virtuosaménte, in modo virtuoso; vivere, agire, operare virtuosamente; con virtuosismo: una tecnica virtuosamente raffinata di esecuzione musicale.