vitello
vitèllo s. m. [lat. vitĕllus, dim. di vitŭlus «vitello»; quanto al sign. 5, è da notare che il lat. vitellus aveva (insieme con la forma neutra vitellum) anche il sign. di «tuorlo, rosso d’uovo», ma non si può escludere che si tratti di casuale omofonia tra le due voci latine]. – 1. Il nato della vacca finché non ha superato l’anno e finché ha la dentizione di latte: la vacca ha partorito un v.; un v. di pochi mesi; v. di latte, non ancora divezzato; v. da macello; carne di vitello. 2. estens. a. Carne di vitello macellato, pregiata e delicata: noce di v. arrosto, lombata di v. ai ferri; v. in umido; spezzatino di v.; scaloppine di v. (v. scaloppa); v. tonnato (v. tonnato). b. Pelle di vitello conciata, per borsette, cinture, calzature, legature di libri, ecc.: una cintura di v. nera, una borsetta di v. marrone; un paio di scarpe di v.; v. al cromo, con speciale concia al cromo, molto leggero e flessibile, particolarmente adatto per calzature da uomo. 3. Vitello d’oro, simbolo religioso biblico che gli Israeliti costruirono durante la permanenza di Mosè sul Sinai, col permesso di Aronne (Esodo, 32): era venerato con culto orgiastico, ma quando Mosè scese dal monte «lo bruciò col fuoco, lo ridusse in polvere, sparse la polvere sull’acqua e la fece bere ai figli d’Israele». Di qui l’espressione fig. adorare il v. d’oro, onorare, perseguire la ricchezza. 4. Vitello (o vécchio) marino, nome pop. di una specie di foche (Phoca vitulina). 5. In embriologia, l’insieme dei materiali di riserva contenuti nel citoplasma della cellula uovo che vengono utilizzati per la costruzione dell’embrione e metabolizzati da questo anche in periodi inoltrati dello sviluppo; è detto anche tuorlo e deutoplasma. ◆ Dim. vitellino, vitello appena nato, di alcune settimane: non avendo parole lì per lì per difendersi, piangeva come un vitellino (Collodi); accr. vitellóne (v.).