volpe1
vólpe1 s. f. [lat. vŭlpes, arc. volpes]. – 1. a. Mammifero carnivoro della famiglia canidi, di dimensioni corporee comprese fra i 24 e i 100 cm, esclusa la coda che misura dai 18 ai 35 cm: è caratterizzata da pelo molto folto sul corpo e sulla coda, di colore variante dal grigio al rossastro, da orecchie grandi e naso aguzzo; si ciba predando piccoli mammiferi, uccelli, insetti e frutta, e ha abitudini sia diurne sia notturne. Il genere comprende la volpe comune o v. rossa (lat. scient. Vulpes vulpes), ampiamente diffusa nella regione paleartica e nell’America Settentr., e altre otto specie diffuse in aree più ristrette. Lo stesso nome indica anche altri animali appartenenti a generi diversi della stessa famiglia: v. bianca o polare, genere di carnivori con una sola specie, Alopex lagopus, affine ma più piccola della volpe, il cui mantello, grigio brunastro d’estate, diventa bianco d’inverno: vive in Groenlandia, Spitzberg, ecc. (con varie sottospecie, tra cui la v. azzurra, dal pelo morbido e foltissimo che in estate presenta un tenue colore ardesia); v. grigia delle pampas (lat. scient. Dusicyon gymnocercus), e v. dei boschi (lat. scient. Dusicyon thous), entrambe dell’America Meridionale. In passato la volpe è stata attivamente cacciata per la pelliccia, molto pregiata sia nelle varietà a pelo rosso sia, e più, nella varietà nera (v. argentata); attualmente la caccia alla v. viene praticata soprattutto come esercizio sportivo, e si effettua con due diversi sistemi: «all’aspetto», con uno o due cani appositamente addestrati i quali, penetrando nella tana, cercano di far uscire la volpe da uno dei varî ingressi in vicinanza dei quali sono appostati i cacciatori, oppure «in battuta», con mute di cani da seguito e cacciatori a cavallo, secondo il modello inglese che consiste nel lanciare alla ricerca della volpe i cani, i quali frugano tutte le macchie e gli anfratti, finché, scovata la volpe, inizia la caccia vera e propria, cioè l’inseguimento dei cacciatori a cavallo; questo secondo sistema è seguito ancora oggi (tradizionalmente dalle classi alte), oltre che nel Regno Unito, in varie altre parti del mondo come Stati Uniti, Canada, Australia, e anche in alcune zone d’Italia. b. La pelliccia della volpe: una stola di v. argentate; una giacca di v. bianche; un collo di v. del Canada. c. In araldica, la figura della volpe (a volte limitata alla sola testa) è posta nello scudo passante, corrente, rampante e saltante. 2. Frequente in espressioni proverbiali e similitudini, alcune delle quali si richiamano o sono ispirate da favole di cui la volpe è protagonista: fare come la v. con l’uva, fingere di disprezzare cosa che si desidererebbe molto ma che non si può ottenere (nella nota favola esopica la volpe, dopo avere tentato inutilmente di raggiungere un grappolo d’uva, se ne andò dicendo: «È acerba, non voglio prenderla»); più spesso, come termine di paragone riferito a persona molto astuta: è una v., una vera v.; la conosco bene io quella vecchia v. di tuo padre!, l’opere mie Non furon leonine, ma di volpe (Dante); il conte duca è un v. vecchia (Manzoni); tutte le v. al fine si rivedono in pellicceria (prov.), coloro che fanno i furbi un giorno o l’altro finiscono male. 3. Sinon. non com. di alopecìa, malattia della pelle che fa cadere i capelli a chiazze. 4. Gioco della v., antico gioco popolare durante il quale un uomo a cavallo di una pertica, che ha l’estremità inferiore imbrattata di bovina, viene inseguito e assalito dai compagni, che cercano d’impossessarsi della pertica senza sporcarsi le mani. 5. a. V. volanti, altro nome dei pipistrelli del sottordine megachirotteri. b. Pesce volpe, o volpe di mare, altri nomi comuni del pesce bandiera (Alopias vulpinus). 6. a. Nella costruzione navale, ogni puntello inclinato di rinforzo a una struttura: così, per es., i leggeri puntelli dei candelieri delle battagliole, o le grandi travi tubolari metalliche degli alberi a tripode. b. Nell’attrezzatura navale del sec. 18°, strumento per la navigazione, costituito da una tavoletta di legno, dove erano segnati i 32 rombi, ciascuno con sei fori, disposti radialmente, che rappresentavano le sei «mezze ore» – dette «orologi» – in cui era diviso il quarto, cioè la guardia, del timoniere. ◆ Dim. volpétta, volpina e volpino m., volpicèlla e volpicino m.; tra dim. e accr. volpacchiòtta e volpacchiòtto m. (v. volpacchiotto); accr. volpóna e volpóne m., senza differenza di sesso se riferito ad animale, ma in senso fig., una volpona, un volpone, rispettivam. una donna, un uomo molto astuti; pegg. volpàccia, e anche (da volpona o volpone) volponàccia o volponàccio m., sempre in usi figurati.