voltata
s. f. [der. di voltare]. – 1. L’azione, il fatto di voltare: dare una v. al pollo, al pesce, alla bistecca, perché si cuocia anche dall’altra parte; con una v. di spalle, si allontanò senza salutare. Più spesso riferito a veicoli: fare una v. troppo brusca, troppo secca; il motociclista nella v. slittò sul terreno bagnato e cadde; attento alla v.! Nello sport dello sci, si distinguono voltate d’appoggio e v. di salto, espressioni che, pur essendo ormai disusate nello sci tradizionale (sci alpino, sci nordico), sono state tuttavia rimesse in uso nella disciplina dello sci acrobatico (v. freestyle, nel sign. 1); in partic. si chiama v. d’arresto l’azione conclusiva del salto, quando l’atleta, compiuto l’atterraggio, termina la scivolata girando con gli sci a destra o a sinistra. 2. Il punto, il tratto in cui da una strada si volta in un’altra (sinon. meno com. di svolta e, talora, anche di curva, che ha però sign. più generico e ampio): la farmacia è proprio qui, alla prima v.; giunti alla v., si fermarono per aspettare gli amici rimasti indietro; ha preso la v. troppo forte e ha sbandato. ◆ Dim. voltatina, una voltata sola, data a qualcosa in fretta: una voltatina ancora e l’arrosto è cotto; pegg. voltatàccia, voltata brutta, pericolosa.