volto
vólto s. m. [lat. vŭltus «faccia, aspetto»]. – 1. Sinon. letter., o comunque di tono più elevato, di viso e faccia: avere un bel v.; essere triste, acceso in volto; pon mente per le strade, sul fare della sera, i v. d’omini e donne quando è cattivo tempo: quanta grazia e dolcezza si vede in loro (Leonardo); e avea sul volto Il pallor della morte e la speranza (Foscolo); sono qui e nessuno mi conosce, sono un v. anonimo in questa moltitudine di v. anonimi, sono qui come potrei essere altrove (Antonio Tabucchi); nel cinema o nella televisione, un v. nuovo, volti nuovi, attori che si presentano per la prima volta, o con una propria personalità e in ruoli inconsueti. In partic., Volto Santo o Santo Volto, denominazione di un crocefisso medievale in legno, attribuito a Nicodemo, conservato entro un tempietto della navatella sinistra del duomo di Lucca, oggetto fin dal medioevo di profonda venerazione. 2. fig. a. Forma, aspetto esteriore; modo di apparire e di mostrarsi: il v. della terra, in usi letter., la superficie terrestre: Dal duro v. de la terra il sole Non tollea ancora il velo oscuro et atro (Ariosto); il v. della natura, della realtà; la maggior vita degli animi inchiude maggiore efficacia di amor proprio, dovunque esso s’inclini, e sotto qualunque v. si manifesti (Leopardi); e come [l’armonia] franse L’uniforme creato in mille v. (Foscolo); v. mutevole d’aria e di colli (Quasimodo). b. L’aspetto esteriore come riflesso della realtà interiore, e quindi il carattere, la natura di qualcuno o di qualcosa: scoprire il vero v. di una persona. c. Nel linguaggio polit. contemporaneo, socialismo dal v. umano, forma di socialismo che rispetti, pur nel quadro di un sistema statuale socialista o comunista, la libertà individuale e i diritti di tutti i cittadini (diversamente da quanto spesso è accaduto nei paesi del socialismo reale).