volume
s. m. [dal lat. volūmen «cosa avvolta, rotolo (di papiro); giro, spazio occupato da un corpo», der. di volvĕre «volgere»]. – 1. L’estensione di un solido (o di un fluido, e in questo caso il volume è riferito al recipiente che lo contiene), misurata con diverse unità, per es. il metro cubo (nel sistema internazionale), ma anche il centimetro cubo, il litro, ecc.: calcolare il v. di un cubo, di un cilindro, di una sfera, in geometria solida; il v. terrestre, o dell’ellissoide terrestre, circa 1.083 miliardi di km3; v. cavo, la capacità di un corpo cavo; v. specifico di una data sostanza in date condizioni, il volume dell’unità di massa. Nella tecnica urbanistica, v. tecnici, le porzioni di un edificio strettamente necessarie a contenere e consentire l’accesso a quelle parti degli impianti (idrico, termico, di ascensore, ecc.) che non possono essere comprese, per esigenze tecnico-funzionali, nel corpo dell’edificio stesso entro i limiti imposti dalle norme urbanistiche (per es. possono considerarsi v. tecnici i vani emergenti dalla linea di gronda dell’edificio occorrenti per contenere la extracorsa degli ascensori con i relativi macchinarî, la copertura del vano scala, i locali per caldaia o per deposito di combustibile, ecc.). Per estens., riferito anche a liquidi o aeriformi: il v. d’aria contenuto nei polmoni; sciogliere un v. di una sostanza in due v. di solvente, cioè in un volume doppio di solvente. Più genericam., un baule di gran v., che occupa molto spazio (cfr. voluminoso); involto di poco v.; c’era un gran v. di roba; i pacchi di maggior v. si lascino al deposito. Come locuz. avv., a volume, modalità di vendita di una merce, o anche di fatturazione di un lavoro, basata sul calcolo del volume generale sviluppato dalla merce o dal materiale (in contrapp. ad altre forme di calcolo, a misura, a peso, ecc.). 2. estens. a. Quantità complessiva di cose dello stesso genere (non misurabili nel senso dell’estensione spaziale), spec. in espressioni del linguaggio economico: il v. degli affari, il v. della produzione, il v. degli scambî; il v. del commercio estero, la quantità complessiva delle merci scambiate (distinta dal valore). b. Nel linguaggio della critica figurativa, la pienezza della forma realizzata (scultura e architettura) o suggerita dalla funzione prospettica (pittura). c. In acustica, e particolarm. nell’elettroacustica, v. sonoro, l’intensità energetica del suono; regolatore di v. di un amplificatore elettroacustico (eventualmente facente parte di un ricevitore radiofonico o televisivo), il regolatore dell’amplificatore, agendo sul quale è possibile variare l’intensità energetica dei suoni emessi dal riproduttore acustico (per es., un altoparlante) cui l’amplificatore stesso fa capo. Nel linguaggio corrente, sia per v. sonoro sia per regolatore di v., si usa semplicem. volume: con questi vicini che tengono la radio a tutto v., non si riesce a dormire; puoi abbassare il v. del televisore, per favore? d. Nell’industria automobilistica, v. d’ingombro, lo spazio interno destinato a una determinata struttura e funzione (l’abitacolo, il vano motore, il bagagliaio); in partic. in riferimento alla massa e al volume totale d’ingombro di tali vani e alla loro separazione, visibile esternamente nella carrozzeria dell’autovettura, si distinguono: vetture a tre v., nelle quali è ben netta la separazione dei volumi occupati dal vano motore, dall’abitacolo e dal bagagliaio; vetture a due v., in cui abitacolo e bagagliaio si fondono in un unico volume; vetture a un v. (o monovolume), nelle quali si ha una sola forma aerodinamica. e. Nella tecnica del traffico stradale, v. di traffico, il numero delle unità di traffico (qualsiasi tipo di veicolo e anche il pedone) che passano in un determinato punto in un determinato tempo; è un dato molto importante per tutti gli interventi riguardanti la regolazione del traffico e la progettazione stradale (v. anche traffico). 3. Sinon. letter. di massa: quel v. di roba accatastata produsse una grand’impressione di spavento nella moltitudine (Manzoni); più spesso, con associata l’idea di un movimento avvolgente (conformemente al sign. etimologico del lat. volumen): Fumo, fiamme, faville e vampi e nubi E volumi di pece al ciel n’andaro (Caro); i ridenti avori Del bel collo, e del crin l’aureo v. (Parini); Stendean Reno e Panàr le indomit’onde Con immensi v. alla pianura (V. Monti). Con sign. ancora più vicino all’etimologico, in Dante, per indicare i cieli nel loro volgersi in cerchio o addirittura il giro, la rivoluzione di un astro: Lo real manto di tutti i volumi Del mondo (Par. XXIII, 112), il nono cielo che circonda le sfere celesti; Quattromilia trecento e due volumi Di sol (Par. XXVI, 119), 4302 anni. 4. Nell’uso librario greco e romano, rotolo costituito da più fogli, in genere di papiro (più raram. di pergamena), incollati uno di seguito all’altro in modo da formare una lunga striscia, poi avvolta su sé stessa o intorno a un bastoncino (di legno o di avorio); su di esso il testo, che per lo più è tracciato solo sul recto (se è scritto anche sul verso il rotolo è detto opistografo), risulta organizzato in una successione di colonne (paginae), costituite da più righe (versus) disposte perpendicolarmente all’asse di arrotolamento; per leggere si svolgeva il rotolo. Di qui il sign. moderno di libro, come complesso di fogli uniti insieme, sia che contenga un’opera a sé o parte di un’opera: è un bel v.; un v. di 300 pagine; un v. in ottavo, in quarto, in sedicesimo (v. formato); un v. in brochure, rilegato; ha lasciato una biblioteca di circa 10.000 volumi; un’opera in due, in dodici v., e secondo, terzo v. (con grafia abbreviata nelle indicazioni bibliografiche: voll. 2, 12; e vol. II, vol. XII); è già uscito il primo volume. Talvolta con riferimento alla legatura: ho fatto legare i due libretti in un unico volume. Come sinon. di opera con riferimento al contenuto: ha scritto molti e interessanti v.; Vagliami ’l lungo studio e ’l grande amore Che m’ha fatto cercar lo tuo v. (Dante). Con uso fig.: Nel suo profondo [nel profondo della luce eterna] vidi che s’interna, Legato con amore in un volume, Ciò che per l’universo si squaderna (Dante). ◆ Dim. volumétto e volumettino; accr. volumóne; pegg. volumàccio (tutti riferiti al solo sign. di «libro»).