whistleblowing
s. m. inv. Denuncia, di solito anonima, presentata dal dipendente di un’azienda alle autorità pubbliche, ai mezzi d’informazione, a gruppi di interesse pubblico, di attività non etiche o illecite commesse all’interno dell’azienda stessa. ◆ […] la conclusione di due analisi in materia di whistleblowing e di trasparenza nei servizi di pubblica utilità condotte insieme a Transparency International e Cittadinanzattiva. Molto resta ancora da fare, è vero. Ma non sembra davvero utile continuare ad accreditare una percezione «ideologica», non obiettiva del fenomeno quando il Governo sta invece seriamente puntando a soluzioni concrete in una logica di sistema. (Renato Brunetta, in qualità di Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Corriere della sera, 7 maggio 2010, p. 51) • «È un invito alla collaborazione, non alla delazione, è un invito alla responsabilità» insiste Cantone. È l'atto dell'ormai famoso whistleblowing, letteralmente "soffia il fischietto", espressione usata in Inghilterra per indicare la gola profonda, la deep throat di statunitense memoria. (Liana Milella, Repubblica, 16 dicembre 2014, p. 20, Cronaca) • Arriva il whistleblowing per le banche italiane, cioè la possibilità di segnalare dall'interno comportamenti scorretti senza mettere a repentaglio la posizione lavorativa del denunciante. Lo prevedono le nuove norme in consultazione che modificano il Testo unico bancario. (Sole 24ore.com, 9 gennaio 2015, Finanza e Mercati).
Dall’ingl. whistleblowing, a sua volta formato a partire dalla locuzione to blow the whistle (‘soffiare nel fischietto’).
Già attestato nella forma whistle blowing nel volume Etica pubblica, a cura di Stefania Bertolini, Pubblicazioni dell’ISU Università Cattolica, Milano 2006, pp. 130-32.