workaholic
s. m. e f. e agg. inv. Chi dipende, in maniera ossessiva, dal proprio lavoro; maniacalmente dedicato al lavoro. ◆ «Spreca un po’ di tempo in attività frivole e divertenti», raccomanda [«Il piccolo libro della calma»] ai drogati del lavoro (per loro è stata creata perfino una parola: «workaholic»). (Serena Zoli, Corriere della sera, 27 marzo 1999, p. 35, Cultura & Spettacoli) • Niente più compiaciuti, workaholic weekend in ufficio, spesso improduttivi. Invece molto tempo per riposarsi, pensare, discutere (Maria Laura Rodotà, Stampa, 20 febbraio 2001, p. 20, Società e Cultura) • I workaholic, cioè i lavorodipendenti, sono abituati a prestazioni e gare professionali nevrotiche, da interrompere con brevi sospensioni, trasferimenti per un fine settimana alle Bermuda, avventure erotiche, fidanzamenti estemporanei, o semplicemente una boccata d’aria respirabile prima di tornare nell’effetto serra delle metropoli. (Edmondo Berselli, Repubblica, 12 agosto 2008, p. 43, Cultura).
Espressione ingl. composta dai s. work (‘lavoro’) e a(lco)holic (‘alcolizzato’)