working poor
loc. s.le m. Lavoratore che, con il suo salario, non riesce a superare la soglia di povertà. ◆ Il premier Romano Prodi si sarebbe infatti lamentato con l’ex segretario della Cisl [Pierre Carniti] ma anche con il ministro della Solidarietà sociale Livia Turco per l’eccessiva enfasi che l’ultimo rapporto della Commissione [anti-povertà], presentato nel luglio scorso, avrebbe posto nel sottolineare l’estensione del fenomeno povertà che ormai, anche in Italia, riguarda consistenti strati di lavoratori dipendenti (i cosiddetti working poor). (Dario Di Vico, Corriere della sera, 23 settembre 1998, p. 4, In primo piano) • Lavorare non significa essere al riparo dalla povertà. Neppure in Svizzera. Un recente studio dell’Ufficio federale di statistica indica una tendenza crescente della percentuale di «working poor», i lavoratori che guadagnano talmente poco da essere considerati poveri. (Foglio, 17 aprile 2001, p. 2) • Il salario minimo riduce il numero di working poor, di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà nonostante abbiano un lavoro, un fenomeno crescente in Italia. (Tito Boeri, Stampa, 15 febbraio 2008, p. 1, Prima pagina).
Espressione ingl. composta working (‘lavoro’) e poor (‘povero’).
Già attestato nella Repubblica del 22 gennaio 1988, p. 11, L’America verso il voto (Rodolfo Brancoli).
V. anche lavoratore povero, lavoro povero.