zampa
s. f. [forse incrocio di zanca con gamba]. – 1. a. L’intero arto di un animale, dall’articolazione prossimale alla parte che tocca terra: le z. del cane, del gatto, del cavallo, del leone, ecc.; le z. della lucertola, del rospo, ecc.; le z. della mosca, della zanzara, del grillo; z. lunghe, corte, piccole, grosse, esili, robuste, pelose; alzare, abbassare, piegare le z.; allungare, ritirare, tenere alzata o sospesa una z.; il maiale aveva le z. legate; al richiamo del padrone il bracco si fermò su quattro zampe. Nei quadrupedi si distinguono le z. davanti o anteriori, e le z. di dietro o posteriori; negli uccelli s’intendono soltanto gli arti posteriori (gli anteriori hanno forma di ali): le z. della gallina, dell’oca, dell’anitra, ecc.; quelle povere bestie [i capponi], così legate e tenute per le z., a capo all’in giù (Manzoni). Più particolarm., la parte dell’arto di un animale che tocca terra: posare, alzare le z.; il gatto ritirò le unghie nelle z.; sulla neve si scorgevano orme di zampe di cavalli; prov.: cavar la castagna dal fuoco con la z. del gatto, levarsi d’impaccio o da un pericolo servendosi astutamente di persona ingenua e servizievole. b. In qualche caso, spec. nel linguaggio culinario, la parte dell’arto di un animale che va dal ginocchio in giù: tagliò le z. del pollo e le mise a lessare nella pentola; in partic., di animali macellati (più com. zampetto): brodo di zampa di vitello; z. di maiale lesse; teneva appesa alla porta, come portafortuna, una z. di coniglio; anche, la parte inferiore di un arto, con la quale un animale poggia sul terreno: il cane ha una spina nella z., bisogna togliergliela. c. In pellicceria, pelliccia, o parte di pelliccia, fatta con la pelle della zampa. d. In zoologia, falsa z., riferito ai bruchi delle farfalle, sinon. di pseudozampa. 2. estens. a. Riferito a persone, per lo più in usi scherz. o espressivi e al plur., gamba, piede: leva le z. dal tavolino; muovi le z.!, cammina in fretta; camminare su quattro z. (o anche a quattro z.), carponi, posando a terra le mani e i piedi, a somiglianza dei quadrupedi; spreg., non com., leccare le z. a uno, adularlo bassamente per ottenerne raccomandazioni, protezioni, ecc. (più com., leccargli i piedi); mano: qua la z.; giù le z.!, anche in tono minaccioso, a chi cerca di mettere le mani su qualcuno o su qualcosa. b. Riferito a mobili: le z. del tavolino, della sedia (più com. le gambe), dell’armadio (più com. i piedi). 3. Usi fig.: a. Zampe di gallina, scherz., le rughe che si formano intorno all’angolo esterno degli occhi, e che per la loro figura raggiata ricordano la disposizione delle dita delle galline; anche, di calligrafia molto irregolare, illeggibile. b. Zampe di gallo, treppiede di terracotta o di materiale refrattario per reggere le ceramiche nelle fornaci. c. Zampe di gatto, nel linguaggio alpinistico, le pedule. d. Zampa d’oca, con più accezioni: in anatomia, lacinia fibrosa triplice, formata dai tendini di inserzione dei muscoli sartorio, semitendinoso e semimembranoso, in corrispondenza della tuberosità interna della tibia; in marina, nell’attrezzatura navale, lo stesso che patta d’oca (v. oca2, n. 3 b); ormeggio a zampa d’oca, ormeggio con tre ancore di prora disposte in direzioni diverse, oppure con due ancore di prora e una cima di poppa; in aeronautica, zampa d’oca, lo stesso che piè d’oca (v. piè, n. 2 d). Nelle costruzioni edilizie, zampa d’oca, ognuno dei gradini aventi la pedata trapezoidale, nei tratti in curva di una rampa di scale; le rampe in curva, che per lo più si sviluppano lungo un perimetro di pianta circolare, vengono perciò anche dette rampe a z. d’oca. Nella fortificazione militare del passato, zampa d’oca, opera di figura tonda o ovale munita di parapetto, che si costruiva per lo più nel fosso di una piazza o nei luoghi bassi per difendere le altre opere. In geografia fisica, delta a zampa d’oca, quello a forma di triangolo più o meno regolare, percorso da un fiume diviso in rami divergenti. e. Zampa di lepre, tratto piegato della rotaia di uno scambio, in corrispondenza del crociamento. f. Zampa di ragno, in meccanica, ciascuna delle scanalature praticate sulla superficie interna di un cuscinetto a scorrimento (boccola), atte a meglio ripartire il lubrificante. g. In agricoltura, parte di una pianta che viene interrata per l’impianto di particolari colture, come per es. le asparagiaie nelle quali porzioni rizomatose e radicate di asparago sono interrate a profondità variabile da 30 a 10 cm; z. di gallo o z. di pollo, caratteristica ramificazione a frutto delle pomacee. h. In botanica, z. cavallina o di cavallo, nome region. della pianta detta comunem. farfara; z. di gallo, altro nome della graminacea giavone. i. Nella moda, si dicono a zampa d’elefante i pantaloni che scendono svasandosi verso le estremità. ◆ Dim. zampétta e zampétto m. (in partic., zampetto, zampa macellata e lessata del maiale, del vitello e dell’agnello; zampetto di lepre, conciato in modo da servire da spazzolino per spolverare superfici delicate ma anche adoperato fin da tempi lontani, e molto diffuso in culture diverse, come amuleto portafortuna, in alternanza con il più facilmente reperibile zampetto di coniglio, cui si attribuiscono popolarmente le stesse virtù apotropaiche); zampina e zampino m. (v. zampino1); accr. zampóna e zampóne m. (anche con accezione partic., v. zampone); pegg. zampàccia.