zen
żèn s. m. [voce giapp., zen 〈∫en〉, propr. «meditazione», dal pali jhāna, attrav. il cinese ch’an]. – Forma di buddismo giapponese rielaborata a partire dal buddismo della setta cinese ch’an, incentrata su una tecnica di meditazione, per così dire, senza proprio oggetto, o meditazione del vuoto, perseguita e affinata con esercizî apparentemente paradossali al fine di raggiungere l’illuminazione, cioè lo stato di assoluta trasparenza di chi si è perfettamente realizzato; ha avuto diffusione anche in Occidente, soprattutto tra i giovani, intorno agli anni ’60 del Novecento, come particolare esperienza religiosa senza dogmi o istituzioni. È usato anche (in concorrenza con zenista, che però è più raro) in funzione di agg., invar., con il sign. di «proprio, caratteristico dello zen»: il pensiero zen, l’arte zen, i monaci zen.