zerovirgola
zero virgola s. m. inv. (iron.) Valore numerico di consistenza minima, inferiore all’unità. ◆ Al limite si è disposti a rinunciare alla ricchezza, ma solo in cambio della visibilità, alla quale invece non si rinuncia mai, perché la nostra è una Repubblica fondata sui primi piani e ci sono partitelli dello zero virgola che rimangono in piedi solo per garantire ai loro capi uno strapuntino da [Bruno] Vespa. (Massimo Gramellini, Stampa, 28 dicembre 2001, p. 1, Prima pagina) • C’è qualcuno che ci spiega per quale motivo signori con fatturati da migliaia di miliardi di euro e con migliaia di dipendenti facciano le notti per spartirsi uno zero virgola della società che edita il «Corriere della Sera»? (Nicola Porro, Giornale, 8 luglio 2004, p. 19, Economia) • Oggi le Camere sono il cimitero di ogni provvedimento. Una legge vi entra bianca e ne esce blu per effetto di stravolgimenti provocati dal potere di veto del quale si avvalgono i partiti, inclusi quelli da zero virgola. (Vittorio Feltri, Libero, 3 febbraio 2008, p. 3, Primo piano).
Composto dal s. m. zero e dal s. f. virgola.
Già attestato nel Foglio del 21 ottobre 1999, p. 4.