zinco
(o żinco, region. żingo) s. m. [dal ted. Zink] (pl. -chi, region. -ghi). – Elemento chimico di simbolo Zn, numero atomico 30, peso atomico 65,38, appartenente al secondo gruppo del sistema periodico, sempre bivalente; è un metallo di colore bianco-azzurro che all’aria si copre di un sottile strato protettivo di carbonato basico; rarissimo allo stato nativo, si rinviene sotto forma di composti minerali (blenda, calamina, smithsonite, ecc.) e si estrae attraverso il loro arrostimento e successiva riduzione a metallo dell’ossido con carbone in storte chiuse riscaldate dall’esterno, o più frequentemente per elettrolisi delle soluzioni acide di solfato di zinco ottenute lisciviando con acido solforico i minerali arrostiti. Viene usato soprattutto in operazioni di zincatura e come componente essenziale di numerose leghe, tra cui l’argentana e l’ottone. Tra i numerosi composti dello zinco, l’ossido di z. costituisce quello commercialmente più importante: conosciuto in passato col nome di lana filosofica e fiori di z., si forma in fiocchi bianchi e leggeri per combustione dei vapori del metallo e viene usato, sotto forma di polvere bianca o giallastra, oltre che per la preparazione dei sali di zinco, come pigmento per vernici (bianco di z.), nell’industria della gomma, della ceramica, dei vetri, del raion, in medicina e in cosmetica. Come pigmenti vengono anche usati il carbonato e il carbonato basico di zinco, il cromato di zinco e il cromato di zinco e potassio (giallo di zinco), e diversi altri sali di zinco. Il cloruro di z. viene utilizzato come disidratante, astringente, antisettico, fondente per saldare, nella conservazione del legno, nelle pile a secco, nella vulcanizzazione della gomma, ecc.; il solfato o vetriolo di z. o vetriolo bianco come mordente e per rendere non infiammabile il legno; il solfuro di z., oltre che come pigmento, nell’industria della gomma e delle materie plastiche. Tra i sali con acidi organici l’acetato di z. è utilizzato come preservante del legno, mordente in tintoria e antisettico, e i sali dello zinco con gli acidi grassi (palmitico, oleico, stearico, ecc.) come essiccanti per vernici, nella manifattura della gomma, nell’industria dei cosmetici, in metallurgia. Nell’uso com., con zinco s’intendono anche, genericamente, le lamiere zincate: una cassa di z.; un bancone di z.; grondaie, tubi di zinco. In marina, si chiamano zinchi i pani di zinco che si sogliono sistemare, rinnovandoli spesso, negli scafi di ferro in prossimità delle eliche, per captare le correnti galvaniche che corroderebbero le lamiere dello scafo: cambiare gli zinchi. In biologia, lo zinco è un normale costituente dei tessuti animali (nei mammiferi è presente soprattutto nel fegato, nel tessuto muscolare, nelle ossa, nel rene, nella prostata, nella retina) e vegetali, nei quali è rinvenibile particolarmente nei nuclei cellulari; la sua funzione biologica sembra consistere principalmente nella partecipazione diretta a importanti attività enzimatiche.