zoppo
zòppo agg. [lat. cloppus (in glosse), alterato forse per incrocio con zanca]. – 1. a. Di persona o animale che, per imperfezione congenita, per malattia o lesione nelle gambe o nei piedi, o per altra causa, cammina in modo difettoso (v. claudicazione): un uomo z., una donna z.; un cavallo, un cane z.; z. dal piede destro, dalla gamba sinistra, da tutt’e due i piedi; è z. dalla nascita; cammina z. perché si è slogato un piede; è diventato z. in seguito a un incidente automobilistico; rimarrà z. per tutta la vita; i reumatismi lo costringono ad andare z.; fare lo z., fingere di esserlo. Riferito all’arto difettoso: una gamba z., un piede z.; saltare, andare, correre a piè z., con un piede alzato e saltellando con l’altro (gioco di ragazzi); fig., non com., andare a piè z. nel fare una cosa, a rilento, faticosamente: potrebbe andare in paradiso in carrozza, e vuol andare a casa del diavolo a piè z. (Manzoni). Poco com., riferito al passo: Ella il seguia con passo lento e z. (Ariosto). b. Spesso sostantivato, chi è zoppo, spec. per imperfezione congenita o in modo durevole: Gesù guariva gli z.; c’è una povera z. che chiede la carità; prov.: chi va con lo z. impara a zoppicare (v. zoppicare); chi burla lo z. badi d’esser diritto, chi critica i difetti altrui, osservi prima i proprî; si conosce prima un bugiardo che uno z., le bugie si scoprono subito (cfr. il prov. le bugie sono z., equivalente del più com. le bugie hanno le gambe corte). 2. estens. a. Di mobili che tentennano perché hanno una gamba o un piede più corti (anche, e più com., zoppicante): tavolino z.; sedia zoppa. b. Nella tecnica delle costruzioni si dice genericam. di ogni struttura ad arco, a capriata o a telaio, le cui estremità (imposte dell’arco o della capriata, base dei piedritti del telaio) si trovino ad altezza diversa. Nel caso dell’arco si dice anche comunem. arco rampante. c. Nel linguaggio dei tipografi, pagina z., difetto nella composizione tipografica su due colonne, quando una di esse risulta più corta dell’altra. d. In topografia, squadra z., v. squadra, n. 1 c. 3. fig. a. Difettoso, incompleto, imperfetto, in alcune espressioni: ragionamento, discorso, periodo z. (anche, e più com., zoppicante); verso z., mal riuscito, difettoso, soprattutto metricamente (con altro valore, per indicare un effetto ricercato dal poeta, nell’espressione giambo z., che è traduz. del termine, di origine greca, coliambo). È usato talvolta per esprimere lentezza nel procedere: L’animo è pronto, ma il potere è z. (Ariosto). b. Nell’uso contabile, compensazione z., compensazione privata che non ha trovato il suo pieno svolgimento per la mancata esecuzione di un’esportazione o importazione dall’estero in contropartita. Partita z., metodo particolare di rilevazione contabile degli affari di due o più imprenditori o imprese commerciali in partecipazione, consistente nella redazione in partita doppia per le operazioni compiute dal partecipante che effettua la registrazione contabile, e in partita semplice per quelle degli altri partecipanti. ◆ Dim. zoppétto e zoppettino, zoppino; pegg. zoppàccio (tutti come sost., con i rispettivi femm. in -a).