zufolare
(ant. o region. ciufolare, ant. sufolare o suffolare) v. intr. [lat. *sufilare, variante osca di sibilare (v. sibilare)] (io zùfolo, ecc.; aus. avere). – 1. Suonare lo zufolo: i pastori passavano il tempo zufolando; prov. tosc., non si può bere e z., non si possono fare due cose contrastanti, incompatibili l’una con l’altra, nello stesso tempo. Anche, mandare qualche suono con lo zufolo, come segno di richiamo, di avvertimento e sim.: il ragazzo zufolò per avvertire i compagni. 2. estens. Mandare con la bocca, sussurrando o fischiettando in sordina, un suono simile a quello dello zufolo: Per un ch’io son, ne farò venir sette Quand’io suffolerò, com’è nostro uso (Dante); uscì di casa zufolando allegramente; con uso trans.: z. una canzonetta, un motivo musicale; un pezzo d’opera zufolato da mio padre che si faceva la barba (C. Levi); in senso fig., z. una cosa negli orecchi a uno, andargliela a ridire, rifischiargliela. Riferito ad animali: senti come zufola quel merlo; Zufola e soffia il serpe per la biscia (Poliziano); una zanzara zufolava intorno Per quella dolce riva (T. Tasso). Non com., mi zufolano gli orecchi, del ronzio o sussurrio che talvolta si sente negli orecchi.