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BURR, Aaron

di Leonardo Vitetti - Enciclopedia Italiana (1930)
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BURR, Aaron

Leonardo Vitetti

Avvocato, soldato, rivoluzionario, uomo politico, avventuriero, nato a Newark nel New Jersey il 6 febbraio 1756, da un pastore e presidente d'università.

Nel 1775, diciannovenne, arruolatosi volontario, accompagnò Arnold nella sua spedizione al Canada e più tardi Washington nella sua campagna del '76. Lo vediamo poi comandante di un reggimento a Valley Forge (1777), di una brigata a Monmouth (28 giugno 1778). Ritiratosi dall'esercito nel 1779, dopo aver represso con vigore i torbidi di Westchester, si diede allo studio delle leggi e alla vita politica. Marito, dopo il 1782, di Teodosia Prevost, donna di vivo ingegno, condusse vita mondana e fece del suo salotto di New York un centro di brillanti conversazioni e di eleganza. Nel 1789, fu nominato procuratore generale dello stato di New York e nel '91 senatore. Abilissimo nei maneggi politici, astuto, spregiudicato e deciso, egli si costituì una posizione personale di prim'ordine, raccogliendo attorno a sé i politicanti più attivi ed ambiziosi della città di New York e iniziando i sistemi della Tammany Hall. Nelle elezioni presidenziali del 1796, provò ai suoi seguaci ed ai suoi avversarî di quale forza egli disponesse. Alle origini della sua attività, era stato uno dei sostenitori di Washington; ma aveva poi fatto passaggio all'opposizione, della quale, dopo Jefferson, era ormai il capo più influente, impegnandosi in una lotta accanita con Hamilton, scrittore e politico assai apprezzato del partito federalista. Nella campagna elettorale del 1800, B., con una manovra elettorale delle più abili, assicurò ai repubblicani la padronanza dello stato di New York. Egli raccolse per sé tanti voti quanti Jefferson; e sarebbe stato eletto presidente, con l'aiuto dei federalisti, senza alcuni suoi errori di tattica e l'opposizione di Hamilton. Divenne così vice-presidente e, in tale qualità, presidente del Senato, ufficio ch'egli esercitò con equilibrio ed energia.

In seguito all'acquisto della Luisiana (1803), quando negli Stati del Nord si pose per la prima volta nettamente il problema dell'equilibrio tra Nord e Sud, e si delineò la possibilità d'una secessione, B. apparve a coloro che pensavano alla costituzione d'una Confederazione del Nord, come l'uomo che avrebbe potuto assicurare la partecipazione dello stato di New York. Egli fu candidato (1804) all'ufficio di governatore di questo stato, e indicato come il futuro presidente della Confederazíone del Nord; ma fu battuto alle elezioni. Seguì, dopo una lunga vertenza cavalleresca, il duello con Hamilton e la morte di quest'ultimo, che suscitò commozione e orrore grandissimo. Dopo d'allora il B. decadde dall'ufficio di vicepresidente e cominciò la sua rovina politica e finanziaria. Allontanatosi da New York, il B. iniziò i suoi primi sinistri contatti con Merry, ministro d'Inghilterra, per l'attuazione d'un piano di secessione per il quale richiedeva un contributo inglese di mezzo milione di dollari. Pur avendo progettato la conquista del Messico, del quale egli si sarebbe proclamato imperatore, denunziò fantastici piani al ministro di Spagna, al quale chiese centomila dollari. Poi si gettò in pazzesche imprese nella valle del Mississippi. Finalmente, tradito da chi stava al corrente dei suoi disegni, proclamato dal presidente Jefferson traditore della patria, messo al bando, fu preso e processato per alto tradimento (1807). Assolto, passò di lì a poco in Europa, dove riprese i suoi intrighi; ma non trovò favore e fu anzi espulso dall'Inghilterra. Tornò nel 1812 a New York e cercò di riprendere la professione di avvocato; ma era un uomo finito. Morì presso New York, oscuramente, il 14 settembre 1836.

Vedi anche
Clinton, George Uomo politico (Little Britain, New York, 1739 - Washington 1812). Dopo aver combattutto nella guerra d'indipendenza, fu (1787-95) primo governatore dello stato di New York, ufficio allora di carattere militare, che egli tenne ancora dal 1801 al 1804. Convinto antifederalista, si oppose all'approvazione ... Federalismo In linea di massima, per federalismo si intende quell’assetto istituzionale per cui, a partire dalla fine del XVIII secolo, un ordinamento giuridico si caratterizza per un riparto della potestà di imperio tra un apparto di governo centrale ed una pluralità di apparati di governo periferici. D’altra parte, ... senato In Roma antica, il supremo consiglio dello Stato, costituito, almeno in origine, da persone anziane. Il nome è attribuito, per analogia, anche ad altri consessi di anziani del mondo antico, che avevano funzioni affini. Nel Medioevo s. fu nome di varie magistrature. Nel diritto pubblico moderno, è il ... governatore Alto funzionario che governa un territorio in nome dell’autorità politica che lo ha nominato. Storicamente è designazione di un ufficio ben determinato, con mansioni varie secondo i tempi e i luoghi, cui sono attribuiti spesso, oltre ai poteri politici e amministrativi, anche quelli militari. In particolare ...
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    Enciclopedia on line
    Soldato e uomo politico statunitense (Newark 1756 - New York 1836): partecipò alla guerra d'indipendenza fino al 1779, poi senatore (1791), nel 1800 fu eletto vicepresidente degli USA. Sostituito nel 1804 da G. Clinton, si presentò candidato federalista alle elezioni per il governatorato di New York, ...
Vocabolario
burro
burro s. m. [dal fr. ant. burre (mod. beurre), che è il lat. būty̆rum, gr. βούτυρον; cfr. butirro]. – 1. Sostanza alimentare costituita dalle materie grasse contenute nel latte di vacca, o anche di capra, pecora, renna, ecc., e ottenuta...
burrato¹
burrato1 burrato1 agg. [der. di burro], non com. – Imburrato, spalmato di burro: pane burrato.
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