ABBATI, Pietro Paolo, il Vecchio
Nato a Modena, fratello del più celebre Niccolò, fu anch'egli pittore. Come tale è noto specialmente per una frase della cronaca di G. B. Spaccini (successiva al 1560, perché vi si menziona come re di Francia Carlo IX, salito al trono appunto in quell'anno). Essa nota che l'A. "nel dipingere una furia di cavalli non ebbe pari". Perciò gli sono stati assegnati i monocromati di battaglie già nella Rocca di Scandiano ed ora nella Galleria Estense di Modena, ispirati a Niccolò.
A. Venturi, però, mettendo perfino in dubbio la qualità di pittore dell'A., gli nega tali opere, in ciò seguito dal Pallucchini, il quale rileva come la sua personalità artistica "sia abbastanza problematica" W. Bombe invece sostiene l'attribuzione a lui dei monocromati della Rocca di Scandiano, in base al ritrovamento di un dipinto (già in collezione privata tedesca) col combattimento di quattro cavalli selvaggi, firmato: "P. P. Abbate".
La sua vita rimase chiusa in Modena, come risulta anche dalla lettera che Carlo IX di Francia scriveva nel 1567 al duca di Ferrara, Alfonso II d'Este, raccomandandogli, su richiesta di Niccolò, appunto l'A. perché ottenesse a vita l'ufficio della gabella del grano e della farina. Morì a Modena nel 1575.
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