Aberlemno
Villaggio della Scozia orientale, importante area di ritrovamento di sculture dei Pitti.
Come per le altre testimonianze della produzione plastica dei Pitti, Allen nel 1903 ha diviso i pezzi rinvenuti ad A. in tre classi e li ha ordinati numericamente a seconda del sito di provenienza; le opere scoperte in seguito non sono però state numerate.
A. nr. 1 è un esempio della Classe I: si tratta di una lastra di pietra grezza del sec. 7°, incisa con simboli caratteristici dei Pitti; un'altra pietra della Classe I, rinvenuta ad A. nel 1962, si trova oggi a Dundee (City of Dundee District Council Mus. and Art Gall.).Un esempio precoce della Classe II, che comprende lastre levigate recanti croci in rilievo e simboli pittici, è costituito da A. nr. 2. La terminazione superiore a timpano è insolita, ma un altro esempio precoce è stato trovato nelle vicinanze, a Glamis. L'anello quadrilobato della croce in A. nr. 2 riflette l'influsso delle opere anglosassoni in metallo. Particolarmente complessa è la decorazione a intreccio sul fusto della croce; il medaglione centrale a motivi spiraliformi richiama i manufatti in metallo celtici del 6°-7° secolo. Gli ippocampi sono di origine mediterranea, mentre gli animali intrecciati posti sopra di essi sono collegabili all'ornamentazione animalistica presente sulla fibbia d'oro di Sutton Hoo (Londra, British Mus.), nel Libro di Durrow (Dublino, Trinity College, A. 4.5 [57], c. 192v) e in uno dei più antichi frammenti scolpiti di Monkwearmouth (Northumberland). Gli animali avvolti a spirale a sinistra della croce derivano dall'Evangeliario di Lindisfarne (Londra, BL, Cott. Nero D. IV, c. 26v). Il retro della lastra presenta due simboli pittici sopra una scena di battaglia che fa pensare a una tradizione tessile locale. A. nr. 2 deve essere stata dunque scolpita da un artista locale poco dopo gli inizi del sec. 8°, epoca in cui re Nechtan chiamò scalpellini anglosassoni.
A. nr. 3, della fine del sec. 8°-inizi del 9°, appartenente alla Classe II, presenta una croce gemmata affiancata da angeli piangenti, derivante da avori carolingi. Sul retro, simboli pittici sormontano una scena di caccia con due musici, simili a quelli della miniatura con Davide nel Salterio Vespasian del 735 ca. (Londra, BL, Cott. Vesp. A.I, c.30v). In basso sulla destra compaiono Davide e il leone: l'iconografia di Davide era diffusa tra i Pitti.Ad A. non vi sono esempi della Classe III, caratterizzata da rilievi senza simboli pittici.
Bibliografia
Fonti:
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Edizioni in facsimile:
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Evangeliorum Quattuor Codex Durmachensis, a cura di A.A. Luce, G.O. Simms, P. Meyer, L. Bieler, 2 voll., Olten-Lausanne 1960;
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Letteratura critica:
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