ABITAZIONE
. Diritto di abitazione (App. I, p. 2). - Il codice civile del 1942 non contiene alcuna modificazione di carattere sostanziale rispetto a quello del 1865. È da notare tuttavia che, a differenza di quest'ultimo, l'art. 1022 del nuovo codice stabilisce che il diritto di abitazione è limitato ai bisogni del titolare del diritto medesimo e della sua famiglia. Esso ha inoltre ampliato il concettti di "famiglia", agli effetti del godimento del diritto. Infatti, uniformandosi ad una corrente giurisprudenziale, l'art. 1023 stabilisce che sono considerati componenti della famiglia, oltre i figli nati dopo l'inizio del diritto medesimo, anche i figli adottivi, i figli naturali riconosciuti e gli affiliati, anche se l'adozione, il riconoscimento o l'affiliazione sono intervenuti dopo che il diritto era già sorto. Per la stessa disposizione sono comprese inoltre, nella famiglia, le persone che vivono con il titolare del diritto come prestatori d'opera.
Statistica (I, p. 102).
Dopo la vasta indagine in base ai risultati del VlI censimento della popolazione (1931), nessun'altra statistica delle abitazioni è stata compiuta per l'Italia nel suo complesso. Si è avuta invece una particolare indagine condotta nel 1933, per iniziativa del governo, dall'Istituto centrale di statistica sullo stato di abitabilità delle case rurali, dalla quale è risultato come, su oltre 3 milioni e mezzo di tali case, il 4,4%, fosse da demolire e il 14,4% potesse essere reso abitabile soltanto con grandi riparazioni; quote percentuali che variavano peraltro notevolmente da compartimento a compartimento, rimanendo al disopra della media, insieme col Lazio, tutti quelli dell'Italia meridionale e delle isole. La percentuale più elevata di case da demolire veniva segnalata in Sardegna (10,6%); seguivano la Calabria (10,2%), la Lucania (8,7%), il Lazio (8,1%), mentre le quote minime si trovavano nella Venezia Tridentina (1,6%) e nell'Umbria (1,7%). Non molto diversa era la distribuzione geografica delle case bisognose di grandi riparazioni.
Un'altra inchiesta particolare fu compiuta nel settembre 1944 limitatamente alle provincie a sud della Toscana e delle Marche e alle isole sul numero dei vani distrutti o danneggiati per causa di guerra. Quelli distrutti risultarono 484 mila, quelli danneggiati gravemente 145 mila; quelli con danni un po' minori 131 mila; danni lievi avevano riportato altri 436 mila vani. Per numero di vani distrutti o resi inabitabili è innanzi a tutte la provincia di Frosinone (90 mila); seguono Napoli con 80 mila, Palermo e Roma con 75 mila, Chieti con 66 mila, Latina con 59 mila. Altre notizie sono fornite da questi particolari censimenti sul grado di affollamento e sulle condizioni igienico-sanitarie delle abitazioni.
Bibl.: Annuario statistico italiano, 1935, p. 60; Commissione Alleata e Presidenza del Consiglio dei ministri - Istituto centrale di statistica. Censimenti e indagini per la ricostruzione nazionale, 1945 (in italiano e in inglese).