Scrittore israeliano (Gerusalemme 1936 - Tel Aviv 2022). Prof. di letterature comparate all'univ. di Ḥaifā. La cospicua attività di Y. è caratterizzata (nonostante una serie di novelle degli inizi dal tono simbolico e grottesco, 1957-63) dall'impegno politico, come si rileva nei romanzi: Mūl ha-ye῾ārōt ("Davanti alle foreste", 1968); ha-Mĕ'ahēv (1977; trad. it. L'amante, 1990) e nel racconto Bi tĕḥillat qayẓ 1970 ("All'inizio dell'estate del 1970", 1973). Nei romanzi successivi (Gērūshīm mĕ'uḥarīm, 1982, trad. it. Un divorzio tardivo, 1996; Molkho, 1987, trad. it. Cinque stagioni, 1993), scritti in un linguaggio realistico che mira all'indagine socio-psicologica, affiorano molti di quei registri narrativi che si concretizzano nel suo capolavoro Mar mani (1990; trad. it. Il signor Mani, 1994), una sorta di saga familiare che partendo dagli anni Novanta arriva fino alle guerre napoleoniche. Attivo nel movimento pacifista, ha scritto saggi (Bi zĕḥūt ha-nōrmāliyyūt, 1980, trad. it. Elogio della normalità, 1991; ha-Qīr we ha-har "Il muro e il monte", 1986) e opere teatrali (Laylā be may "Una notte di maggio", 1969; Ḥăfāṣīm "Oggetti", 1986; Tinōqōt laylā "I bambini della notte", 1992). Una pausa della dimensione politica si riscontra in ha-Shīvā me Hōdū (1994; trad. it. Il ritorno dall'India, 1997) o in Esh yedidutit: duʾeṭ (2007; trad. it. Fuoco amico. Duetto, 2008), romanzo dedicato alla famiglia e ai sentimenti coniugali. Nel 2011 è stato pubblicato in Italia il romanzo La scena perduta (tit. or. Hessed sfaradi), una storia scabrosa nel suo affondo psicologico, giocata sul filo del non detto, e nel 2015 La comparsa (tit. or. Nizevet), in cui Y. racconta la vita di una donna che non vuole avere figli. Nel 2021 lo scrittore ha pubblicato il romanzo Ha bat yehida (trad. it. La figlia unica, 2021), sua opera di addio alla scrittura.