Scrittore e sceneggiatore cinese (n. Pechino 1949), tra i maggiori interpreti del rinnovamento letterario cinese successivo al periodo maoista. Dotato di un originale linguaggio narrativo, si è affermato con la "trilogia dei re".
Figlio del critico cinematografico Zhong Dianfei, A. ha condiviso, nel corso della Rivoluzione culturale, la sorte di migliaia di studenti inviati da Mao Zedong in campagna a lavorare la terra. Tornato a Pechino nel 1978, è stato fra gli animatori del gruppo di artisti d'avanguardia che si riuniva intorno alla rivista Xingxing ("Le stelle"). Dal 1987 vive a Los Angeles , dove alterna l'attività di scrittore con quella di sceneggiatore.
La "trilogia dei re" - Qiwang (1984; trad. it. Il re degli scacchi, 1989), Shuwang (1985; trad. it. Il re degli alberi, 1990), Haiziwang (1985; trad. it. Il re dei bambini, 1991) - ne ha consacrato la fama. In queste tre storie esemplari, narrate con tono lieve e ironico, ambientate tra i giovani dispersi nelle campagne, emergono i tratti di una cultura nazionale ancora fortemente legata al pensiero etico-filosofico-tradizionale. L'originalità del linguaggio narrativo di A. risiede nella capacità di conservare l'eleganza del cinese classico e l'espressività della lingua parlata, oltre che nell'attenzione ai particolari. Dal maggio 1989 al giugno 1991 ha pubblicato sul mensile di Hong Kong Jiushi niandai-The Nineties, racconti brevissimi parte dei quali sono apparsi in traduzione italiana (Vite minime, 1991). Tra le altre opere: la serie di racconti pubblicata col titolo Biandi fengliu (1985-86, "Vagabondare"); Weinisi riji (apparso direttamente in trad. it. 1993; nuova ed., Diario veneziano, 1994), un libro su Venezia scritto su invito del Consorzio Venezia Nuova; Xian shuo xian hua (1994; trad. it. Chiacchiere, 1996), una riflessione sui rapporti tra letteratura e vita quotidiana in Cina. Nel 1992 ha ricevuto il premio Nonino Risit d'Àur (Percato, Udine).