LAURO, Achille
La storia del Napoli e quella di Napoli s'intrecciano per alcuni anni nella figura di Achille Lauro, 'o comandante', armatore, editore, sindaco di Napoli (dal 1952 al 1958), più volte eletto alla Camera e nel 1953 anche al Senato (rinunciò per incompatibilità con la carica di sindaco). Durante il fascismo si vide assegnare la proprietà del Napoli dai gerarchi, senza che nessuna passione calcistica lo infiammasse: su designazione del Federale della città il 26 aprile 1935 fu nominato vicepresidente e il 15 marzo 1936 diventò presidente, carica mantenuta fino al 15 giugno 1940. Dopo la guerra e un periodo di prigionia per collaborazionismo, diede di nuovo la scalata al vertice del Napoli e, insieme, della città. Ricostituì la flotta, allestì un partito, divenne sindaco e presidente della squadra (onorario l'8 agosto 1951, effettivo dal 29 aprile 1952, di nuovo onorario al termine del Campionato 1953-54). La sua autorità era tale da essere considerato il 'padrone' di Napoli, oltre che della squadra. I risultati sportivi, tuttavia, furono alquanto mediocri: per due volte, nel 1952-53 e nel 1957-58, un quarto posto in serie A e la Coppa Italia nel 1961-62 (proprio nell'unica stagione disputata in serie B sotto la sua guida, prima dell'immediato ritorno in A). L'unico vero primato conquistato da Lauro è legato all'acquisto record di Hasse Jeppson, giocatore svedese pagato 105 milioni. Restò al controllo della squadra fino alla stagione 1962-63.