Adamo ed Eva
I nostri progenitori biblici
La storia di Adamo ed Eva è narrata nel primo libro della Bibbia, la Genesi. La vicenda della loro creazione e della loro disobbedienza a Dio spiega perché l'uomo e la donna sono mortali e la vita umana è piena di fatica e sofferenza. Il nome Adamo (in ebraico adam) è anche un nome comune e vuol dire semplicemente "uomo", "essere umano", il nome Eva deriva dal verbo vivere ed è utilizzato solo come nome proprio.
Nel racconto della Bibbia Dio crea Adamo con la terra e gli dà la vita soffiandogli un 'respiro' sulla faccia; quindi lo pone nel giardino dell'Eden e crea come sua compagnia dapprima gli animali, poi una donna formata dalla stessa costola di Adamo. Dio proibisce ad Adamo e a Eva di mangiare il frutto dell'albero "della conoscenza del bene e del male", ma essi seguono il consiglio del serpente e lo mangiano, divenendo così consapevoli di sé stessi e delle cose. Per punizione, Dio li caccia dall'Eden, li priva dell'immortalità e li condanna ad affrontare i dolori e le difficoltà dell'esistenza. Nell'Antico Testamento la creazione dell'uomo è narrata anche in altri passi: nel libro del profeta Ezechiele (28,12-19), nel Salmo 8, nel libro del Siracide (17,1-7) e soprattutto nel capitolo 1 della Genesi (versetti 26-28), dove però "il maschio e la femmina" sono creati da Dio allo stesso tempo e sono chiamati entrambi adam, cioè "essere umano". Gli studiosi moderni della Bibbia pensano che queste due creazioni dell'uomo e della donna siano opera di autori diversi, mentre gli interpreti antichi cercavano di conciliarle spiegando, per esempio, che nella 'prima' creazione (Genesi 1, 26-27) la donna era in realtà una parte dell'uomo (come costola, o come metà femminile), e che la 'seconda' creazione (Genesi 2,7-22) era solo una spiegazione più dettagliata della 'prima'.
Nell'interpretazione cristiana la colpa di Adamo ed Eva rappresenta il peccato originale che ha corrotto il mondo perfetto creato da Dio ‒ portandovi la morte ‒ e che tutti gli uomini ereditano fin dalla nascita. Questo concetto si trova espresso nelle lettere di san Paolo, per il quale Cristo, avendo cancellato con la sua morte i peccati degli uomini, rappresenta il nuovo Adamo, mentre l'unione di Adamo ed Eva rappresenta l'amore di Cristo per la Chiesa. Nell'arte cristiana il peccato di Adamo ed Eva è rappresentato fino dai primi secoli come inizio della storia della salvezza, e per questo motivo spesso compare come prima immagine nelle storie della vita di Gesù. Nella religione ebraica, invece, si crede che l'origine del peccato sia lo yetzer ra' ("cattiva inclinazione"), cioè la forza che spinge ciascun uomo a soddisfare i suoi istinti e le sue ambizioni, e che comunque è indispensabile alla vita. L'Antico Testamento, infatti, a parte Genesi 2-3, non parla mai della colpa di Adamo ed Eva, né di un peccato originale dell'uomo, anche se afferma più volte che tutti gli uomini peccano (per es., 1 Re 8,46; Salmo 51,7). Nel Corano, infine, Dio crea Adamo come suo reggente sulla Terra. Egli conosce i nomi di tutte le creature ed è venerato da tutti gli angeli meno Iblis (il diavolo), che per questa colpa viene cacciato dal cielo.
La storia della creazione di Adamo con la terra è simile ai racconti della creazione dell'uomo presso altri popoli antichi del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente: in Mesopotamia gli dei creano l'uomo con l'argilla e con il sangue di un dio; in Egitto lo plasmano come si farebbe con un vaso o un mattone, e anche in Grecia il semidio Prometeo lo crea con acqua e terra. La perdita dell'immortalità da parte di Adamo ed Eva, inoltre, ricorda i miti di Gilgamesh e di Adapa, due leggendari re dell'antica Mesopotamia che per errore persero l'occasione di divenire immortali.