Ademaro di Chabannes
Nato nel 988 vicino a Châteauponsac (dip. Haute-Vienne), A. fu monaco benedettino a Saint-Martial di Limoges e a Saint-Cybard d'Angoulême.
Figlio di Raimondo di Chabannes, pronipote di un vescovo di Limoges, crebbe a Saint-Martial, sotto la tutela di due zii.
Verso il 1010, in seguito a una visione, partì per Saint-Cybard, ma mantenne legami con l'abbazia limosina, in cui tornò più volte: in particolare partecipò al sinodo di Limoges del 1029, a quello del 1031 _ durante il quale si discusse dell'apostolicità di s. Marziale, cioè dell'appartenenza del santo al gruppo degli apostoli _ e senza dubbio anche a quello del 1032. Partito per Gerusalemme, A. morì probabilmente in Terra Santa nel 1034. Lasciò i suoi manoscritti al monastero di Saint-Martial.
Di questo grammaticus limosino restano numerosi scritti: nei sermoni, nei poemi e in particolare nell'Epistola de apostolatu sancti Marcialis (PL, CXLI, coll. 89-112) egli si dedicò con zelo alla difesa dell'apostolicità di s. Marziale.
La sua Commemoratio abbatum lemovicensium basilicae S. Marcialis Apostoli (PL, CXLI, coll. 79-86), che giunge fino al 1029, e la cronaca, designata generalmente come Historia (PL, CXLI, coll. 19-80), che va dalle origini dei Franchi alla morte di re Roberto il Pio, sono documenti importanti per la storia dell'Aquitania. Egli trascrisse personalmente numerosi codici, ne illustrò alcuni e inoltre raccolse modelli per il loro apparato figurativo, costituendo così una delle prime raccolte di schizzi che si conoscano in età medievale. Fra le carte autografe, i disegni e gli schizzi di Leida (Bibl. der Rijksuniv., Voss. lat. 8°, 15) sono documenti rivelatori della genesi dell'iconografia romanica, giacché A., mediocre disegnatore, lascia trasparire le sue fonti di ispirazione: manoscritti carolingi della scuola di Tours e di Reims, e forse anche manoscritti dei secc. 5° e 6° (come la Psicomachia di Prudenzio e il Trattato astronomico di Igino); manoscritti antichi e del sec. 10° (come le Favole di Esopo). Per le scene della Vita di Cristo, invece, in cui è evidente anche l'influsso di modelli bizantini, A. si ispirò verosimilmente a tavolette d'avorio carolinge.
Bibliografia
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