ADENOLFO da Cuma (Cumanus)
Napoletano di nascita, nel 1329, nominato professore di diritto civile all'università di Napoli (ma è dubbio che egli vi abbia effettivamente insegnato), fu procuratore della Provenza per Roberto d'Angiò, che, proprio in quell'anno, nel corso della sua lunga lotta con la feudalità piemontese, gli affidava l'incarico (insieme con Giovanni Acquabianca e Giovanni Cabassole) di trattare dinanzi a Giovanni XXII la pace con Filippo, conte di Savoia, con Teodoro I Paleologo, marchese del Monferrato e con Manfredo IV di Saluzzo.
Dal 1337 al 1343 fu giudice di appello della Magna Curia, del maestro giustiziere e delle Curie Magna e Vicaria. Durante l'assenza del viceprotonotario Giovanni Grillo, tenne l'interim di quell'ufficio e, alla sua morte (aprile 1343), n'ebbe il diretto conferimento. D'allora la sua presenza è continua negli atti amministrativi più importanti.
Compare al primo posto tra i testimoni dei capitoli matrimoniali tra Maria d'Angiò e Carlo, duca di Durazzo; è tra i personaggi cui la vecchia regina Sancia affida la cura delle sue disposizioni testamentarie (18 genn. 1344). Il 5 sett. 1343 è presente all'atto con cui Giovanna I dà facoltà ad Ugo del Balzo, siniscalco di Provenza, e ad altri dignitari perché intervengano presso il papa Clemente VI per ottenere la revoca d'un legato pontificio nel Regno, elevando protesta contro l'invio del medesimo.
A. figura anche tra i consiglieri di cui il legato Aimerico de Chalus (o Chatelus), cardinale di S. Martino ai Monti, si circondò durante il tempo della sua legazione a Napoli (maggio 1344 - maggio 1345). Quando l'indignazione per l'uccisione di Andrea d'Ungheria (18-19 sett. 1345) e la scomunica papale consigliarono la regina Giovanna I di dare veramente corso alla giustizia, essa stessa volle integrare la bolla di Clemente VI indirizzata al gran giustiziere del Regno, conferendogli i più ampi poteri nella ricerca dei colpevoli e dandogli aiuto di uomini capaci: primo tra essi Adenolfo. L'ultimo ricordo che abbiamo di lui è in un documento per la compagnia fiorentina dei Bardi del settembre 1349.
Va infine ricordato che proprio A. Cumano stese l'atto, in data 25 nov. 1343, per cui Francesco Petrarca veniva nominato da Giovanna I suo cappellano domestico.
Bibl.: M. Camera, Elucubrazioni storico-diplomatiche di Giovanna I, regina di Napoli e Carlo III di Durazzo, Salerno 1889, pp. 7-10, 17, 51, 53,74, 76; R. Trifone, La legislazione angioina, Napoli 1921, pp. XX, e nn. 191-195, 201 s.; G. M. Monti, Storia dell'Università di Napoli, L'età angioina, Napoli 1924, p. 82, 101; Id., Le origini della Gran Corte della Vicaria, in Dal secolo sesto al decimoquinto, Bari 1929, pp. 144, 162, 221; Id., La dominazione angioina in Piemonte, Torino 1930, pp. 171, 372, 389; E. Léonard, Histoire de Jeanne Ière,Monaco-Paris 1932, I, pp. 251, 297, 333, 367, 584; II, pp. 396-398.