Composto chimico, corrispondente alla forma salificata dell’ acido adenosin-5′-monofosforico, indicato con AMP, di formula
Si forma dall’ATP (adenosintrifosfato), o dall’acido inosinico, o mediante la fosforilazione dell’adenosina in presenza dell’enzima adenosinachinasi. Esiste in due forme isomere interconvertibili: una lineare (5′AMP), inattiva, e una ciclica (3′-5′AMP o AMP ciclico o AMPc), biologicamente attiva. Contribuisce alla regolazione del flusso metabolico del glucosio: alte concentrazioni ne favoriscono la degradazione, mentre le basse concentrazioni favoriscono la gluconeogenesi. La concentrazione intracellulare dell’AMPc dipende dall’attività dell’enzima adenilatociclasi, che ne catalizza la formazione dall’ ATP, e di una fosfodiesterasi specifica, che ne catalizza l’idrolisi a AMP. Nel fegato l’adrenalina e il glucagone aumentano l’attività dell’adenilatociclasi, determinando così per l’AMPc la funzione di mediatore dell’effetto glicogenolitico che essi stessi esercitano. L’AMPc fa da mediatore anche nell’azione di diversi altri ormoni (ACTH, LH, TSH, serotonina, acetilcolina, prostaglandine), influenzando numerosi enzimi o processi metabolici e assumendo così il ruolo di secondo messaggero di una varietà di effetti ormonali.