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BIGNAMI, Adolfo

di Clelia Alberici - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)
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BIGNAMI, Adolfo

Clelia Alberici

Nato a Bologna il 2 luglio 1845 (erronee le date indicate in alcune fonti), è noto soprattutto per la sua attività d'acquafortista, legato al gruppo degli incisori piemontesi della seconda metà dell'Ottocento, dominato dalla personalità di A. Fontanesi. A Torino un complesso d'iniziative, patrocinate dal marchese Ferdinando Di Breme presidente dell'Accademia d'arte Albertina, avevano favorito la rinascita dell'acquaforte come manifestazione artistica fine a se stessa e non più solo come mezzo di riproduzione: esse furono l'istituzione di un corso libero per l'insegnamento di tale tecnica, la costituzione, nel marzo 1869, dell'Associazione "L'Acquaforte", primo e unico tentativo di organizzazione dell'attività acquafortistica, e la pubblicazione della rivista,L'Arte in Italia, che uscì dal 1869 al 1873, diretta da C. F. Biscarra e da L. Rocca.

Ad essa collaborò anche il B. con le seguenti tavole tutte stampate dall'attivissima calcografia Lovera: Brughiera, tav. II, aprile 1869; Raccolto degli olivi in Toscana, tav. 30, ottobre 1869; Il Guado, tav. 2, gennaio 1870; La casa degli armenti, tav. 20 (da un quadro di E. Allason), luglio 1870; Porto d'Anzio, tav. 14 (da un quadro di Nino Costa), maggio 1871; Dietro la masseria, tav. 10 (da un quadro dello stesso B.), aprile 1872. Nell'album annuale dei soci dell'"Acquaforte" (L'Acqua Forte) il B. pubblicò nel 1871 una tavola, la 10, intitolata L'Arno. Un foglio a sé è L'Arno a Firenze, datato Firenze 1872. Per il quaderno, uscito nel 1874 a cura della Società degli acquafortisti di Torino, egli fece Rive dell'Arno. C. A. Petrucci (Fontanesi, 1954) gli attribuisce La sera,dintorni di Milano. Notevole la forza del disegno, ma scarsi gli effetti luministici.

Fra il 1869 e il 1870 il B. andò ad abitare a Firenze, città che insieme con altre località della Toscana fu spesso il tema dei suoi paesaggi. A Torino ottenne i primi successi in pittura, partecipando nel 1871 alla XXX Esposizione della Società promotrice di Belle Arti, con tre dipinti: Il pasto ai pulcini (che egli poi tradusse nell'acquaforte Dietro la masseria),L'ultima ora del lavoro (un campo arato con lunghi solchi) e Le nebbie del mattino in riva all'Arno (i primi due ebbero la critica favorevole di C. Boito). L'artista si fece anche notare alla mostra allestita dalla Società promotrice delle Belle Arti di Bologna, che ebbe luogo nell'ottobre del 1871, con due "buoni paesaggi d'impronta vera e di fattura coscienziosa". Sempre dal Boito abbiamo notizia di altri dipinti, da lui visti a Firenze nel 1877, e ampiamente lodati: una veduta dell'Arno in una giornata di vento e un piccolo quadro che ritrae l'interno di una modesta stanza. Da quell'anno non si hanno più notizie dell'attività del B.; l'acquerello Il bucato (Esposizione di Milano 1906, mostra nazionale di Belle Arti [Al Parco]), attribuito erroneamente al B. (in Thieme-Becker, Comanducci,Ars et labor, 1906), è in realtà di V. Bignami (cfr. catalogo della Mostra) p. 129).

Il B. morì a Bologna il 3 apr. 1906.

Nel necrologio comparso nel Marzocco èdetto che egli dovette rinunciare all'arte molti anni prima della sua morte, per malattia e vicende domestiche. La critica a lui contemporanea gli fu molto favorevole.

Fonti e Bibl.: L'Arte in Italia, III (1871), p. 176; Soc. promotrice delle Belle Arti in Torino,Esposiz. XXX. Catalogo..., Torino 1871, p. 11; C. Boito,Mostra della Soc. promotrice delle Belle Arti in Torino, in Nuova Antologia, II (1871), p. 421; C. F. Biscarra,Relaz. stor. intorno alla R. Acc. Albertina di Belle Arti in Torino…, Torino 1873; C. Boito,Scultura e pittura d'oggi, Roma 1877, p. 206; Natura e Arte, 1 (1906), p. 864; Il Marzocco, Firenze 1906, n. 17; Ars et Labor, 1906, p. 838; L'Illustr. ital., I (1906), p. 450; A. Petrucci, in C. Ratta,Acquafortisti ital., I, Bologna s. a. (ma circa 1930), p. 3; Id.,Il Piemonte nella storia dell'incis. moderna, in Illustr. del popolo, Torino 1931, n. 8; A. M. Comanducci,I pittori ital. dell'Ottocento, Milano 1934, p. 60; A. Petrucci,L'incis. in rame in Italia,Panorama dell'800, in Rass. dell'Istruz. Artistica, VI (1935), n. 1, p. 19; Id.,L'Incisione italiana,L'Ottocento, Roma 1941, p. 13, tav. XI; C. A. Petrucci,Fontanesi e il suo tempo (catal.), Roma 1954, n. 127; L. Servolini,Diz. illustrato degli incisori ital. moderni e contemporanei, Milano 1955, p. 90; A. Davoli,Mostra della acquaforte italiana dell'800, Milano 1955, p. 18; A. Dragone,Incisori piemontesi dell'Ottocento (catal.), Saluzzo 1958, p. 14; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 22; Encicl. Ital., VI, p. 996.

Vedi anche
acquerello (o acquarello) Tecnica di pittura (➔) che usa pigmenti temperati con gomma, solubili in acqua, eseguita generalmente su carta. Questo tipo di pittura si diffuse soprattutto in Inghilterra nella seconda metà del 18° secolo. incisione arte Disegno eseguito sopra una superficie dura (parete rocciosa, pietra, legno, materiale ceramico, cuoio, metallo). lavorando a mano con uno strumento a punta. È una tecnica artistica usata, nelle possibili gradazioni di profondità, fin dalla preistoria. Da ricordare le figurazioni magico-cultuali ... scultura Arte e tecnica dello scolpire, cioè di raffigurare il mondo esterno, o meglio di esprimere l’intuizione artistica per mezzo di materiale opportunamente modellato; con valore concreto, l’opera stessa. Nella denominazione di scultura si comprende ogni opera plastica (statue, gruppi, rilievi), sia essa ... fonte Vena d’acqua a getto continuo e luogo da cui l’acqua scaturisce; anche getto d’acqua artificiale, architettonicamente configurato (➔ fontana). Per estensione, principio, origine, ciò da cui qualche cosa emana o proviene direttamente. ● Per quanto riguarda le fonte energetiche ➔ energia. arte fonte ...
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