PEIXOTO, Afranio
Scrittore brasiliano, nato a Lençóis (Bahía) il 17 dicembre 1876, morto il 12 gennaio 1947 a Rio de Janeiro. È la figura contemporanea più autorevole nel campo letterario e culturale del Brasile.
Medico e psichiatra, portò nel suo lavoro letterario e critico uno spirito analitico e indagativo, di psicologo e di realista. Esordì nelle lettere con un piccolo volume di poesie simboliste alla Rimbaud: Rosa mistica, 1900, ma solo più tardi riuscì ad esplicare la sua autentica personalità. Questo avvenne nei romanzi Maria Bonita, 1914, e Fruta do mato, 3a ed. 1922, collocati giustamente dalla critica accanto a quelli di Graça Aranha e di Affonso Arinos, scrittori della prima tendenza realista e regionalista della narrativa brasiliana. Moltissimo il P. ha scritto di critica letteraria, di filosofia, di storia e di moralistica: Minha terra e minha gente, 1916; Parábolas, 1920; Novos ensaios de critica e de história, 1928; Viagens na minha terra, 1930; História do Brasil, 1940, ecc. Al nome di P. s'intitola la collezione di classici brasiliani ch'egli ha curato per l'Academia Brasileira de Letras, di cui è stato uno dei rappresentanti più illustri.
Bibl.: F. Costa, A. P. e a sua obra, Parigi-Lisbona 1920; A. de Campos, prefazione all'antologia Páginas escolhidas de A. Peixoto, Parigi 1926; W. Giese, A. P., romancista, (trad. dal ted.), Rio de Janeiro 1932.