AFRICA OCCIDENTALE FRANCESE (Afrique Occidentale Française. A. T., 109-110-111)
L'Africa Occidentale Francese ha una superficie di circa 4.665.000 kmq., uguale ad otto volte quella della Francia, alla metà di quella dell'Europa e a un sesto di quella dell'Africa. Si estende dal Senegal al Golfo di Guinea e dall'Atlantico al Ciad; è limitata al N. dal Rio de Oro, dai territorî dell'Algeria meridionale e dalla Libia; all'E. dall'Africa Equatoriale Francese; al S. dalla Nigeria; all'O. dall'Oceano Atlantico. La continuità territoriale è interrotta da un certo numero di enclaves straniere: la Gambia, la Guinea portoghese, la Sierra Leone, la Liberia, la Costa d'Oro e il Togo (quest'ultimo posto in parte sotto mandato francese e in parte sotto mandato inglese). Oltre le regioni sahariane che ne fanno parte, essa comprende le regioni attraversate dal Niger nel gran gomito che questo fiume fa verso Timbuctu e le regioni marittime della Senegambia e della Guinea, alle quali appartengono le quattro colonie del Senegal, della Guinea Francese, della Costa d'Avorio e del Dahomey.
L'Africa Occidentale Francese, quale fu costituita con provvedimento amministrativo del 1895, riunendo sotto un'amministrazione unica colonie e territorî profondamente diversi nei loro caratteri fisici non meno che nella loro origine storica, non costituisce una regione geografica organica, tanto più che in essa rimangono inclusi vasti territorî autonomi (Liberia) o possessi coloniali appartenenti ad altri stati; Inghilterra, Spagna, Portogallo. La storia della sua esplorazione non potrebbe quindi essere trattata a parte, mentre d'altro canto essa si collega a quella di vaste unità geografiche, quali il Sahara, il Sūdān Occidentale, la Guinea, e di considerevoli bacini fluviali che vi rimangono compresi per notevole parte, quali principalmente il Niger e il Senegal.
Rimandando quindi a quanto fu già detto alla v. africa per le linee generali di detta storia e alle voci ricordate per quanto si riferisce all'esplorazione regionale, ci limiteremo qui ad accennare ai progressi ulteriori che fece la sua conoscenza, dal momento in cui il governo francese riconobbe l'opportunità di dare a questa immensa regione un'unità federativa di reggimento, che permettesse di assicurare il collegamento dei suoi possessi mediterranei con quelli del Golfo di Guinea. A quella data le linee geografiche fondamentali della regione erano già tracciate e le carte segnavano già il corso del Niger e del Senegal e dei principali, almeno, fra i loro affluenti; così pure, dopo le memorabili spedizioni iniziate nei primi anni del sec. XVIII numerosi itinerarî solcavano le immense solitudini del gran deserto e fissavano le posizioni delle sue oasi principali. Tuttavia vaste plaghe, comprese nelle maglie di questi itinerarî, rimanevano ancora bianche e dopo l'estensione del dominio francese consacrato dall'occupazione di Timbuctu (1893), richiedevano un'opera di esplorazione sistematica, interessante dal punto di vista scientifico, non meno che da quello politico, militare ed economico.
Di grande importanza, dal punto di vista scientifico e pratico, risultò intanto il regolare rilevamento del corso del Niger, compiuto nel 1896 dalla missione comandata dal tenente Hourst e pubblicato nel 1899 in un atlante di 50 fogli alla scala di 1 : 50.000.
La necessità, poi, di fissare sul terreno il tracciato delle linee di delimitazione coi territorî coloniali contigui, richiese l'opera di commissioni scientifico-tecniche miste, le quali, oltre ad un'accurata ricognizione geografica e topografica, fruttarono spesso osservazioni e ricerche di ordine scientifico vario. Per quanto riguarda le ricognizioni sahariane, intese al collegamento sopra accennato o comunque allo studio della regione, citiamo prima di tutto l'opera della spedizione Foureau-Lamy che negli anni 1898-1900, raggiunto da Uargla, nel S. algerino, l'Air, pervenne a Zinder e al lago Ciad e quindi al Congo, coprendo un itinerario, regolarmente rilevato, di 6000 km., appoggiato ad oltre 500 determinazioni di posizioni geografiche; il viaggio di studio del Prof. E. J. Gautier e di R. Chudeau, che negli anni 1904-1905, accompagnandosi ad una spedizione incaricata di stendere una linea telegrafica transahariana, dal Tuat raggiunsero il Niger a Gao; la traversata Adrar-Gao compiuta dal Cap. Arnaud e dal ten. Cortier che ne rilevarono esattamente l'itinerario appoggiandolo a numerose stazioni astronomiche; la missione diretta dal Cap. Niéger che nel 1911 compì gli studî per il tracciato di una ferrovia dall'Ahaggar al Niger e al Ciad; le missioni miste per le determinazioni di confine che operarono nel 1902-04 dal Niger al Ciad, rettificando le antiche determinazioni astronomiche del Vogel e nel 1908 lungo la frontiera liberiana a traverso territorî già affatto inesplorati. Interessano in parte anche i territorî dell'Africa Occidentale Francese le lunghe e assai fruttifere esplorazioni che il cap. Tilho compì dal 1902 al 1911 nella regione del Ciad, di cui l'angolo NO. appartiene alla colonia.
Per organizzare regolarmente i numerosi e svariati lavori di ricognizione del vastissimo territorio e raccoglierne e coordinarne le risultanze, venne fondato sino dal 1903, e riattivato nel 1922, dopo un'interruzione di 7 anni, un apposito Service Géographique, al quale si deve l'allestimento di numerose carte e l'esecuzione di rilievi regolari appoggiati su determinazioni astronomico-geodetiche. Le risultanze complessive di questi rilievi e di ricognizioni sono consegnate, oltre che in svariate altre carte speciali a scale diverse, in una carta alla scala di 1 : 1.000.000 che figura come un'edizione provvisoria della Carta internazionale del mondo al milionesimo, di cui segue la suddivisione in fogli.
Il suolo dell'Africa Occidentale Francese è costituito da gneiss e da scisti cristallini, e presenta in varî punti graniti, rocce eruttive antiche, porfidi e dioriti, alcuni terreni sedimentarî antichi, scisti e quarziti siluriani. Questi terreni antichi sono sottoposti ad arenarie orizzontali senza fossili, d'epoca incerta, che occupano immensi spazî. Formazioni secondarie e terziarie marine (Cretacico ed Eocene) si riscontrano in Senegambia e giungono fino al Ciad. Depositi quaternarî e recenti sono le alluvioni, le dune e le lateriti, argille rosse ferruginose che non di rado hanno un grande spessore e sono il risultato del decomporsi delle rocce sul luogo, sotto l'influsso del clima tropicale.
La forma predominante è quella dell'altipiano, il quale è reso accidentato da due sistemi di fratture, l'uno in direzione da SO. a NE., l'altro in direzione da NO. a SE. e perpendicolare al primo. I rilievi sono costituiti da dossi tondeggianti di granito o di diorite, avanzi di antiche catene disgregate, e, da ultimo, dalle ripe che delimitano l'altipiano. Le regioni più accidentate sono: il Futa Giallon (700 a 1500 metri d'altezza), che si stende parallelamente alla costa per una lunghezza di circa 700 km., i monti Nimba (1600 m.), alla frontiera tra la Liberia e la Costa d'Avorio, e la catena dell'Atacora (700 a 800 m.) nel Dahomey. Nelle regioni del Sahara che si riallacciano all'Africa Occidentale Francese, ci sono tre massicci montuosi principali: l'Adrar di Mauritania (500 m.), l'Adrar degli Ifoghas (1000 m.) e l'Air (1700 m.). Le coste formano una serie di curve concave regolari, e sono generalmente basse. Esse sono sabbiose e rettilinee dal capo Bianco al capo Verde, che difende il porto di Dakar, quindi interrotte da estuarî, specialmente dal capo Verde all'isola Sherbro. Al capo delle Palme le coste mutano direzione e volgono da O. ad E.; esse sono contornate da un cordone quasi ininterrotto di lagune.
Il Niger, il terzo fiume africano per lunghezza di corso (4200 km.) e il secondo per copia d'acqua (volume minimo di 30.000 mc. alla foce), è la grande arteria dell'Africa Occidentale Francese. Esso nasce a 860 metri d'altezza, non lungi dalla frontiera della Sierra Leone, si dirige dapprima da SO. a NE, e descrivendo poscia un grande arco, col quale si addentra nel Sahara in vicinanza di Timbuctu, dopo Bourem prende una direzione NE.-SO. e va a sboccare nel Golfo di Guinea. Nel corso superiore, dalla sorgente a Kulikoro, riceve a destra numerosi affluenti, di cui il principale è il Tankisso. Nel corso medio, che va da Kulikoro a Say, riceve il suo grande affluente Bani, si spande largamente in una specie di delta interno, formando una vasta zona d'inondazione che nella stagione delle piogge, all'altezza di Mopti, ha una larghezza di 140 km., per restringersi in seguito, dopo Bourem. Il corso inferiore, da Say al mare, appartiene alla Nigeria inglese; le rapide di Bussa lo separano dal corso medio. Nella parte superiore il Niger ha delle piene estive da giugno a settembre, piene che arrivano con lentezza e tardi nella regione di Timbuctu, dove toccano il massimo soltanto in gennaio. Il corso medio offre un grande interesse per la navigazione, ch'è possibile per ben 1300 km., come pure per l'irrigazione: esso è stato chiamato il "Nilo francese". Il più importante tra i fiumi costieri è il Senegal (1700 km.), formato dall'unione del Bakoy, che riceve il Baoulé, e del Bafing; è navigabile fino a Kayes nella stagione delle alte acque, dal 15 agosto al 1 ottobre, e fino a Podor nella stagione asciutta. Sono da notarsi altresì: la Casamance, il Cavally, il Sassandra, il Bandama, il Comoé, il Volta e l'Ouémé.
Al N. dell'8° parallelo l'anno si divide in due stagioni: la stagione delle piogge e la stagione asciutta; e quest'ultima dura tanto più a lungo, quanto più ci si avvicina al Sahara. Sulle rive del Senegal l'aliseo di NE. soffia per 8 mesi, mentre soltanto per 4 mesi vi soffiano i venti umidi di SO.; e il contrario avviene nella Guinea francese. Saint-Louis riceve 403 mm. di pioggia annua, Dakar 514, Sedhiou 1532 e Konacry 4431. Le temperature più alte si osservano alla fine della stagione asciutta, in aprile-maggio, e nel Sūdān settentrionale, in vicinanza del Sahara, da cui proviene il vento harmattan, ch'è affine allo scirocco e solleva una polvere rossa. Al S. dell'8° parallelo vi sono due stagioni di piogge, separate tra loro da una piccola stagione asciutta; nel Dahomey le piogge durano da marzo a luglio e da settembre a dicembre; Grand Bassam riceve 1077 mm. di pioggia annua, Porto-Novo 1259. Nell'interno dell'arco descritto dal Niger, le piogge sono meno copiose che sulla costa, in generale da 600 a 1200 mm., a Timbuctu le piogge tropicali, che durano solo tre mesi (giugno-agosto), non dànno che 229 mm.
Quanto alla vegetazione, si possono distinguere: la zona sahariana (meno di 20 cm. di piogge); la zona saheliana (meno di 60 cm.), regione di steppe cosparse di palme dūm e di acace; la zona sudanese (da cm. 60 a m. 1,50), regione con foreste-gallerie, ch'è per eccellenza la zona delle grandi colture; e, da ultimo, la zona guineense (più di m. 1,50), ricoperta in gran parte dalla foresta, che all'altezza del capo delle Palme ha una larghezza di 300 km. e il cui albero caratteristico è la palma da olio (Elaeis guineensis). In questa regione, che non ha monti veri e proprî, v'è un passaggio graduale dall'una all'altra zona di vegetazione.
Le popolazioni dell'Africa Occidentale Francese non hanno alcun carattere d'unità, presentandosi diverse per i caratteri fisici, per il costume e per i dialetti; e sono assai mescolate fra loro. Esse si sono spostate, nei tempi storici, principalmente verso il S. ed il SO. Ve ne sono alcune che si differenziano assai bene dalla razza negra, come i Sahariani (v. mauri, tuareghi) ed i Fulbè (v.) o Peulhs, dalla pelle rosso-bruna ed i capelli appena crespi, che paiono ricongiungersi al tipo somatico etiopico e, per qualche carattere del linguaggio, alla famiglia camitica. Tra le popolazioni negre propriamente dette emerge la grande nazione dei Mandè (v.) o Mandingo, sparsi nell'arco del Niger e sino alla Senegambia ed alla costa di Sierra Leone (Bambara, Susu, Malinke, Soninke o Saracolè, Wei). Forti comunità formano poi i Ouolof (Wolof) del Senegal, i Toucouleur, Negri misti a Fulbè della regione di Segu, i Serèr della Gambia, i Songha (v.) di Gao, i Mossi dell'alto Volta. Le genti del litorale sono di solito più chiare e meno alte dei sudanesi (Senufo, Agni, Dahomè, Ku). Nella grande foresta sono state vagamente segnalate popolazioni assai primitive che potrebbero collegarsi ai Pigmei o Negrilli. L'organizzazione politica della massa negra pare avvenisse sotto la spinta di genti del N. (Berberi?) che le tradizioni locali descrivono come "rossastre": così dovettero sorgere il più antico regno di Timbuctu, quelli di Gana (Garnata) e di Melli, gli stati Mandingo. Il regno di Melli, prima della diffusione dell'islamismo ebbe rapporti con i paesi cristiani dell'E. (Meroe, Abissinia), dei quali si trovano ancora le tracce.
La religione delle popolazioni sudanesi è in prevalenza l'animismo, diffuso in tanta parte dell'Africa. Metà della popolazione è musulmana se non altro di nome, poiché presso i Negri l'islamismo si fonde con le antiche superstizioni ed ha messo salde radici solo presso gli indigeni che sono vicini al Sahara. In generale i Guineani, così come i Mossi, sono rimasti animistrati.
La popolazione dell'Africa Occidentale Francese, secondo il censimento del 1926, sale a 13.542.000 abitanti dei quali 15.400 Europei (11.100 Francesi, 150 Italiani). La densità, non comprese le regioni desertiche, è di 3,62 ab. per kmq. Le regioni più popolate hanno da 8 a 10 abitanti per kmq., ma la media scende ad 1 ed anche a meno in vicinanza del Sahara. Gli abitanti sono stati decimati dalle guerre intestine nell'arco del Niger e dal commercio degli schiavi su la costa della Guinea; il loro numero non potrà aumentare che con grande lentezza, soprattutto a cagione dell'enorme mortalità infantile (45%).
Già da lungo tempo i Francesi si sono stabiliti sulla costa occidentale dell'Africa, ma fino alla metà del sec. XIX, se si eccettuino alcuni tentativi come quelli fatti da Andrea Brue alla fine del secolo XVII, l'unico sfruttamento che vi esercitarono fu quello della tratta dei Negri. Un nuovo periodo ebbe inizio nel 1854, col progetto di Faidherbe di riallacciare l'alto Senegal all'alto Niger. Dal 1876, numerose spedizioni e missioni hanno notevolmente esteso le colonie costiere nel retro-terra, mentre varie convenzioni riducevano a semplici enclaves i dominî di altre potenze europee in questa regione. I fatti più importanti sono stati: le spedizioni nell'alto Niger, con la distruzione degli antichi regni indigeni (1876-1890); la missione Binger alla Costa d'Avorio (1887-1890); le spedizioni nel Dahomey (1889-1894); l'occupazione di Timbuctu (1894); le convenzioni franco-inglesi del 1890 e del 1898. Verso il 1900 il periodo dell'espansione può considerarsi terminato, e si inizia quello dell'organizzazione e della messa in valore.
L'Africa Occidentale Francese è stata creata nel 1895, col riunire sotto l'autorità d'un governatore generale i varî territorî ond'è costituita. Si è cercato di dare un indirizzo comune alle colonie che la compongono, sottoponendole a una direzione unica che ne regola gl'interessi generali, pur lasciando loro una larga autonomia.
L'Africa Occidentale Francese, la cui capitale è Dakar (34.000 abitanti, dei quali 2.000 Europei), comprende 8 colonie che sono amministrate da luogotenenti-governatori, sottoposti all'autorità del governatore generale. Esse sono: il Senegal, la Guinea francese, la Costa d'Avorio, il Dahomey, il Sudān Francese, l'Alto Volta, la Mauritania e il Niger. Delle colonie, 4 sono costiere: il Senegal, la Guinea Francese, la Costa d'Avorio e il Dahomey; due, vale a dire il Sūdān Francese e l'Alto Volta, sono interne e si estendono lungo l'arco del Niger; due, la Mauritania e il Niger, sono territorî sahariani. I censimenti assegnano 1.318.000 abitanti al Senegal (capoluogo Saint-Louis, 18.000 abitanti), 2.096.000 alla Guinea Francese (capoluogo Conakry, 9000 abitanti), 1.725.000 alla Costa d'Avorio (capoluogo Bingerville, 1000 abitanti), 1.980.000 al Dahomey (capoluogo Porto-Novo, 22.000 abitanti), 2.635.000 al Sūdān Francese (capoluogo Bamako, 15.000 abitanti), 3.240.000 all'Alto Volta (capoluogo Uagadugu, 5.000 abitanti), 289.000 alla Mauritania (il luogotenente-governatore risiede a Saint-Louis), 1.218.000 alla colonia del Niger (capoluogo Zinder, 6000 abitanti).
Fino a questi ultimi anni, nell'Africa occidentale Francese si erano specialmente sfruttati i prodotti spontanei, quali la gomma, il caucciù e l'avorio. La gomma, resina disseccata di diverse varietà d'acacie, è il prodotto principale della Mauritania. Il caucciù, fornito dalle liane e dagli alberi, per alcuni anni ha rappresentato una parte notevole nell'Africa Occidentale Francese, che nel 1910 ne diede 8000 tonnellate su un totale mondiale di 70.000; ma il caucciù spontaneo non può lottare con vantaggio contro quello delle piantagioni asiatiche, e nel 1925 l'Africa Occidentale Francese non dava più che 2000 tonnellate su un totale mondiale di 488.000. In compenso, lo sfruttamento dei legni di lusso e comuni s'è grandemente sviluppato nella Costa d'Avorio, dove sono 120.000 kmq. di foresta vergine; si è cominciato nel 1905 con 13.000 mc., oggi si è già a 100.000 e tra poco si giungerà a 200.000.
Le colonie dell'Africa Occidentale Francese sono ormai entrate nel periodo dell'agricoltura, e da qualche anno la loro messa in valore ha fatto considerevoli progressi; gli Europei sono poco numerosi (12.000 circa), e per lo sviluppo delle colture, sì di consumo interno come d'esportazione, è d'uopo fare assegnamento su gl'indigeni, presso i quali il lavoro agricolo è in grande onore. Le principali colture di consumo sono il miglio, il riso e il mais. Nel N. l'allevamento è abbastanza sviluppato nelle regioni relativamente asciutte (100.000 cavalli, 8 milioni di buoi e 5 milioni di montoni). Gli Europei si studiano di migliorare la qualità della lana.
L'Africa Occidentale Francese produce soprattutto piante oleose. L'arachide ha fatto la fortuna del Senegal, dov'essa si è diffusa verso il 1890; la sua produzione giunge ora a 400.000 tonnellate. Nella Costa d'Avorio e nel Dahomey predominano l'olio di palma (35.000 tonnellate su una produzione mondiale di 100.000 tonnellate) e le mandorle di palma (100.000 tonnellate su una produzione mondiale di 300.000 tonnellate).
Gli Europei cercano di sviluppare specialmente le piantagioni di cotone, sì in coltura irrigata come in coltura asciutta. Tutto il Sūdān si presta a tali colture, salvo le regioni troppo aride in vicinanza del Sahara e le regioni troppo umide in vicinanza della costa; le regioni più favorevoli pare sieno il bacino medio del Niger per la coltura irrigata e l'Alto Volta per la coltura asciutta. Pertanto si distinguono tre zone: al N. coltura irrigata e cotone egiziano; più al S. coltura asciutta e cotone americano; ancora più al S., coltura asciutta e cotone indigeno migliorato. Rimangono da risolvere numerosi problemi di tecnica agricola, di mano d'opera e di comunicazioni; si tratta di un'opera che richiederà gran tempo. Il programma impone che si crei una stazione di sgranamento, che si provveda al trasporto del cotone sgranato, al miglioramento del cotone indigeno, all'introduzione del cotone americano e alla distribuzione delle acque per l'irrigazione. Finora l'esportazione non supera le 3.000 tonnellate (15.000 balle), mentre l'industria cotoniera francese ne consuma 300.000 (1.500.000 balle).
Nella Guinea francese il commercio d'esportazione delle frutta, ananas e specialmente banane, sembra debba avere un grande avvenire; e nella Costa d'Avorio e nel Dahomey vi sono piantagioni di cacao e di caffè.
Gli sfruttamenti auriferi, d'alluvione nel Senegal (giacimemi del Bambouk e del Boué) e in filoni nella Costa d'Avorio (Baoulé, Indemé), non hanno dato grandi risultati. L'industria indigena (lavori in cuoio e in cotone) è interessante ma non ha alcuna importanza economica; essa è più sviluppata presso i Mandè dell'interno che presso le popolazioni della costa, perché queste ultime già da secoli si provvedono negli stabilimenti europei degli oggetti e delle vesti di cui hanno bisogno. Il commercio interno è molto attivo, e alcune popolazioni vi si dedicano in modo speciale; ne sono oggetto: il sale, la noce di cola, le merci di provenienza europea e gli articoli di scambio.
Il Niger nel corso medio e il Senegal nel corso inferiore sono vie navigabili importanti, ma imperfette; l'apertura del continente africano alla civiltà non potrà aversi che per la ferrovia. Quattro strade ferrate, che più tardi saranno riunite da una linea trasversale nelle vicinanze di Uagadugu o di Bobo-Diulasso, servono le quattro colonie del Senegal, della Guinea francese, della Costa d'Avorio e del Dahomey, e sono quasi altrettanti sbocchi artificiali dati al Niger.
1. Alla linea Dakar Saint-Louis, costruita fin dal 1886, s'innesta la linea Thiès-Kayes (667 km.), prolungata dalla linea Kayes-Kulikoro (550 km.), per la quale il Medio-Niger viene ad essere a due giorni da Dakar e ad otto giorni da Bordeaux.
2. Nella Guinea francese, la linea Conakry-Kankan (662 km.).
3. Nella Costa d'Avorio, la linea Abidjan-Tafiré (488 km.) in via di prolungamento verso Uagadugu ed il Mossi.
4. Nel Dahomey, le linee Cotonou-Savé (261 km.) e Porto Novo-Pobé (80 km.), alle quali fanno capo varî tronchi.
L'Africa Occidentale Francese possiede un totale di oltre 300 km. di ferrovie in esercizio, 10.000 km. di strade e di sentieri e più di 20.000 km. di linee telegrafiche. Dakar (600.000 tonnellate di merci) è il più bel porto di tutta la costa occidentale dell'Africa. Gli altri porti sono: nella Mauritania, Port-Étienne; nel Senegal, Saint-Louis, Rufisque e Kaolak; nella Guinea francese, Conakry; nella Costa d'Avorio, ci sono moli a Grand-Bassam e a Uridy; nel Dahomey, c'è un molo a Kotonou.
L'Africa Occidentale Francese è servita da un gran numero di linee di navigazione francesi e straniere (Chargeurs Réunis, Fraissinet, Cyprien Fabre, Maurel et Prom, Devés et Chaumet, Linea italiana, Elder Dampster, Woermann, Compagnie belge du Congo, ecc.), ed è soprattutto in relazione con Bordeaux e con Marsiglia. Dei cavi telegrafici sottomarini mettono capo a Saint-Louis, Dakar, Conakry e Kotonou. Ci sono inoltre 16 stazioni di telegrafia senza fili, di cui le più importanti sono quelle di Dakar e di Bamako. Il commercio è aumentato assai rapidamente, passando da 40 milioni nel 1890 a 156 nel 1914, 277 nel 1915, 1.242 nel 1920, 2.963 nel 1927. A prescindere dall'Africa del nord, l'Africa Occidentale Francese, tra le colonie della Francia, occupa oggi il secondo posto, venendo immediatamente dopo l'Indocina. Metà del commercio si fa con la Francia; seguono l'Inghilterra, gli Stati Uniti e l'Olanda. I principali articoli d'importazione sono: i tessuti grezzi, stampati e tinti, il riso, il sale, lo zucchero, i lavori in metallo, il carbon fossile, i coltelli, la chincaglieria e i profumi. I prodotti oleosi, da arachidi e palme, rappresentano l'87% delle esportazioni. Poi vengono: la parte legnosa del mais, il caucciù e il bestiame. Il cotone (6000 tonnellate) e il cacao (6000 tonnellate), prodotti in via di sviluppo, occupano ancora un posto modesto nelle statistiche.
L'Africa Occidentale Francese gode d'una prosperità sempre in aumento, ed è destinata a divenire un altro Brasile.
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Carte: Gouvernement général de l'Afrique Occidentale française. Service géographique (sotto la direzione del comandante De Martonne): Carte de reconnaissance à 1 : 500.000; Carte régulière à 1 : 200.000 (in corso di stampa). H. Hubert, Carte géologique de l'Afrique Occidentale à 1 : 1.500.000, avec notice explicative, Parigi 1919; H. Hubert, Carte géologique à 1 : 1.000.000 (in corso di stampa); A. Chevalier, Carte botanique, forestière et pastorale de l'Afrique Occidentale française à 1 : 3.000.000, in La Géographie, XXVI (1912).