Àgata (lat. Agătha). - Santa, martire catanese del III o IV secolo (il 5 febbraio di un anno non precisato) venerata in Occidente e in Oriente; il suo nome appare nel canone della Messa a Roma, Milano e Ravenna già nel sec. 5º. Le recensioni (una latina e due greche) della Passio risalgono a un originale del sec. 5º o 6º, in cui non si discerne più l'elemento leggendario da quello storico nel racconto del martirio (estirpazione delle mammelle). Basiliche in suo onore furono erette anche a Roma (più nota quella in subura, o "dei Goti", eretta da Ricimero, 470 circa, per il culto ariano e riconsacrata da s. Gregorio Magno). Invocata dalle donne bisognose di latte, o ammalate al seno, fu rappresentata o genericamente come martire o, specie dopo il Trecento, con un piatto con sopra le mammelle recise, talvolta anche con le tenaglie (notevoli un quadro di Sebastiano Del Piombo a Firenze, Pitti, e un altro del Tiepolo, a Berlino). Poiché era invocata durante le eruzioni dell'Etna, e quindi anche durante gli incendi, fu raffigurata anche con la fiaccola presso una casa in fiamme, o con la candela accesa, specie in Austria e Germania merid. (sec. 14º-15º). Protettrice anche dei fabbricanti di campane. Patrona di Catania (contesale un tempo da Palermo), ove le feste (5 febbr., martirio, e 17 ag., commemorante il ritorno, nel 1126, delle reliquie portate a Costantinopoli un secolo prima da Giorgio Maniace) durano tre giorni. Il grande reliquiario, a forma di busto, opera di Giovanni di Bartolo, conservato nel Duomo, è un importante esempio di oreficeria della seconda metà del sec. 14º. Una processione, con figure allegoriche, si tiene anche a San Marino, di cui la santa è compatrona.