Ager
Cittadina dei Prepirenei catalani, nella regione di Noguera, a km. 60 da Lérida (Lleida). Conserva importanti testimonianze della romanizzazione, tra le quali è da ricordare un sarcofago di marmo del sec. 3° d.C., riutilizzato in seguito come fonte battesimale, e resti di una fortificazione, che oggi si tende però a considerare di epoca islamica (Puig i Cadafalch, 1934, p. 60; Araguas, 1979, p. 216). A. raggiunse tuttavia un'importanza storica solo nel sec. 11°, dopo il 1034, quando il castello fu liberato dalla dominazione islamica e il territorio venne convertito in feudo del suo conquistatore, Arnau Mir de Tost (Sanahuja, 1926-1929). Tutto ciò rese possibile lo sviluppo urbanistico della cittadina e il consolidamento di un vicecontado che durò fino alla fine del contado di Urgell, al quale venne ascritto (Sanahuja, 1961; Fité, 1985).
Arnau Mir de Tost fu inoltre il committente della collegiata di Sant Pere, che egli fece erigere nel recinto del proprio castello (Araguas, 1983), trasformandolo così in un complesso religioso-militare tipicamente feudale. I resti attualmente esistenti mostrano un monumento di una certa complessità, con due chiese sovrapposte, secondo uno schema analogo a quello di Sant Llorenç prop Bagà, nelle vicinanze di Ripoll (Bolós, Pagés, 1986), già descritte dai Villanueva Estengo (1821, pp. 125-135). L'attuale chiesa inferiore, costruita prima del 1048, mostra una struttura arcaizzante ancora legata alla tradizione preromanica, con pianta basilicale a navate separate coperte con volte a botte, secondo la tradizione catalana. La chiesa superiore, costruita nella seconda metà del sec. 11°, si colloca pienamente nello stile della prima arte romanica meridionale (Durliat, 1973; Carbonell, 1975, p. 72; Fité, 1987). L'insieme dell'opera richiese la costruzione di una nuova cripta, simile a quelle di Vich (Vic), Olius o Cardona, nella zona del presbiterio dell'antico edificio, e l'erezione del nuovo corpo di fabbrica, anch'esso a pianta basilicale, con un transetto sopraelevato (Adell, 1982), affiancato da due cupole ogivali sostenute da trombe e concepite per sostenere le rispettive torri campanarie. Questa originale struttura, che trova confronto solo nella chiesa di Saint-Michel de Cuxa, sembra rispondere, più che a influenze settentrionali, a esigenze di integrazione con il resto della fortificazione, come testimonia anche la disposizione delle piccole absidi incassate; per tali ragioni occorre parlare di chiesa-fortezza (Puig i Cadafalch, 1908-1918, III, p. 429).
Per l'uso di colonne addossate e di volte a botte rinforzate da archi trasversi nelle tre navate, così come per il programma decorativo sviluppato, l'edificio si propone già come esempio di uno stile di transizione (Yarza, 1980, pp. 98-99). Il programma decorativo include rilievi scultorei a intaglio smussato su cornici e capitelli, sia nella nuova cripta, sia nella chiesa superiore, di carattere propriamente catalano (Español, Pladevall, Adell, 1982, p. 212), e affreschi conservati solo parzialmente nella zona dell'abside, attualmente nel Mus. d'Art de Catalunya a Barcellona. Si tratta di un ciclo di grande interesse, una delle migliori opere del c.d. 'Mestre del Pedret' e della sua bottega, in uno stile che si avvicina a quello delle pitture di Saint-Lizier di Couserans e in stretto contatto con esempi dell'Italia settentrionale, come il complesso di S. Vincenzo a Galliano (Durliat, 1973, p. 83; Sureda, 1981, pp. 283-284; Yarza, 1984, pp. 218-223). Tra le opere più tarde del complesso spiccano alcune sculture gotiche, quali il S. Pietro della facciata (prima metà del sec. 14°) e ciò che resta del magnifico chiostro a doppia galleria, costruito negli ultimi decenni del sec. 14° e disposto alla maniera degli antichi atri, così come nella collegiata di Santa Maria di Mur e nella stessa antica cattedrale (Seo Antigua) di Lérida.
La cittadina conserva inoltre resti interessanti delle mura medievali e la chiesa parrocchiale di Sant Vicenç in stile romanico-gotico.
Bibliografia
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