BERÒ (Berous, Beroius), Agostino
Nacque da nobile famiglia in Bologna nel 1474. Studiò presso quella università, dove si addottorò il 30 maggio 1503 in diritto civile con Bonifacio Fantuzzi e in canonico con Floriano Dolfi. L'anno successivo fu chiamato a insegnare presso la stessa università di Bologna. Era il 1504: da allora fino alla sua morte il B. dedicò per cinquantanni tutta la sua vita all'attività didattica e alla consulenza legale. Per i primi tre anni insegnò diritto civile: il primo corso da lui tenuto ebbe ad oggetto le Istituzioni, mentre nel secondo anno commentò del Digesto il titolo De verborum obligationibus (D., 45, 1) e nel terzo trattò delle successioni, argomento cui sono pure dedicati, nella postuma raccolta dei pareri legali, la maggior parte di quelli che costituiscono il volume secondo. Dal 1507 coprì la cattedra di diritto canonico, continuativamente, tenendo corsi d'insegnamento sulle Decretali gregoriane; negli ultimi anni di attività si interessò al problemi di diritto processuale, e in modo specifico alla materia delle prove.
Alla scuola del B. studiarono tra gli altri i futuri pontefici Pio IV, Giovanni Angelo Medici, milanese, che si addottorò nel 1525, e Gregorio XIII, il bolognese Ugo Boncompagni, che si addottorò nel 1530. Fu pure tra i suoi allievi il grande erudito e giurista Antonio Agustín di Saragozza. Tra i colleghi d'insegnamento spicca il nome di Andrea Alciato, insieme col quale il B. sottoscrisse un parere legale dato da un altro professore bolognese, Girolamo Grati (H. Grati, Responsorum liber primus, Venezia 1585, cons. CXXX).
La fama del B. come giurista fu assai grande tra i suoi contemporanei, ma già il Panciroli lo giudicò "vir laboriosus potius quam subtilis".In realtà la sua posizione nella scienza giuridica va limitata a quella di un buon consiliarius; ché, pur svolgendo proficua e attenta opera di mediazione tra il diritto canonico e civile e le leggi cittadine, non fu dotato di una spiccata personalità scientifica ed ebbe fama fin tanto che durò il ricordo dei casi più notevoli da lui esaminati. Anche l'attività di insegnante, almeno negli ultimi venti anni, fu dal B. circoscritta a pochi argomenti, sempre ricorrenti, nei quali apportò qualche contributo personale grazie alla sua esperienza di consulente.
Il B. partecipò anche alla vita pubblica della sua città - fece parte del Consiglio degli anziani - prestando la sua opera di giurista nelle questioni più gravi. A questo proposito si ricorda che, quando nel 1542 Ercole II d'Este pretese di dar corso a lavori di bonifica idrica in zone del Ferrarese confinanti con i territori di Bologna, ai quali ne sarebbe potuto derivare notevole danno, il B., esperto in problemi di acque pubbliche, riuscì a sostenere valide tesi giuridiche, tali da impedire al duca di Ferrara di attuare il suo proposito. Alla sua esperienza ricorsero in altre occasioni i duchi di Ferrara stessi, di Firenze e di Mantova (Consilia seu responsa, III).
La vita familiare del B. fu serena: sposato a una gentildonna bolognese, Ginevra Archi (o Dall'Arco), ne ebbe tre figli: Carlo, Antonio, Marco Tullio (poeta di qualche fama al suo tempo, autore di dieci Libri Rusticorum, raccolta di versi elegiaci pubblicata a Bologna nel 1568).
Il B. morì a Bologna il 13 sett. 1554.
Opere: Quaestiones familiares,Bononiae 1550 (ristampe: Lugduni 1551; Bononiae 1568; Venetiis 1574; Augustac 1629, questa con addizioni di J. Mylius); In libros Decretalium commentarii, 3 voll., Lugduni 1550-52 (ristampa: 2 voll., Venetiis 1578-80); Concilia seu responsa, 3 voll., Bononiae 1567 (ristampe: 4 voll., Venetiis 1577; Augustae Vindelicorum 1601-1602).
Fonti e Bibl.: G. N. Alidosi, Li dottori Bolognesi di legge canonica e civile,Bologna 1620, p. 17; G. Panciroli, De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721, p. 374; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, pp. 96-103; J. F. von Schulte, Gesch. der Quellen und Literatur des canonischen Rechts…, II, Stuttgart 1877, pp. 355-366; U. Dallari, I Rotuli dei lettori legisti e artisti dello studio bolognese dal 1384 al 1799, I-II, Bologna 1888-1889, ad Indicem; O.Giardini, Nuove indagini sulla vita e le condotte di A. Alciato, in Arch. stor. lomb.,s. 3, XIX (1903), p. 326; G. Zaccagnini, Storia dello Studio di Bologna durante il Rinascimento, Genève 1930, p. 209; L. Simeoni, Storia della Università di Bologna, II, Bologna 1940, pp. 30, 32, 42.