Scultore e architetto (Firenze 1418 - Perugia, dopo il 1481). Attivo in molte città italiane, la sua arte raggiunse una inarrivabile eleganza nella decorazione del Tempio malatestiano a Rimini.
La sua prima opera, del 1442, è la lastra marmorea con scene della vita di s. Geminiano nel duomo di Modena. Nel 1446 è a Venezia, e nello stesso anno a Rimini, addetto alla decorazione plastica del Tempio Malatestiano, cui attende fino al 1455 circa. Nel 1457 è a Perugia per la facciata dell'oratorio di S. Bernardino, terminata nel 1461, e a Perugia lavora anche all'altare di s. Lorenzo in S. Domenico (1459), ora non più integro. Nel 1463 è a Bologna e nello stesso anno a Firenze dove rimane fino al 1470 circa. Dal 1473 fino alla morte lavora di nuovo a Perugia: frammenti dell'altare della Pietà nel duomo, 1473; della decorazione della facciata dell'oratorio delle Maestà delle Volte, 1475; Porta di S. Pietro (dal 1473; rimasta incompiuta). I monumenti Geraldini (1476 e 1477) nel duomo e nella chiesa di S. Francesco ad Amelia sono opere di larga collaborazione. La formazione di A. di Duccio non è ancora del tutto chiarita: a essa concorsero certamente Donatello, Michelozzo, Luca della Robbia, il Ghiberti, mentre il soggiorno a Venezia - dove forse lavorò con B. Bon (Incoronazione di Maria, alla Salute) - potrebbe avergli dato modo di prendere un più immediato contatto con la tradizione gotica veneta. Nella decorazione del Tempio Malatestiano, la cui complessa iconografia riunisce motivi medievali e umanistici, l'arte di A. raggiunge, nel rilievo a stiacciato, una raffinata eleganza che non ha paralleli altrove: in quest'opera come anche nella decorazione della facciata dell'oratorio di S. Bernardino a Perugia, il raffinato uso del colore e le proporzioni rivelano il suo debito verso l'Alberti.