Scultore e architetto (Firenze 1396 - ivi 1472). Collaborò coi grandi del suo tempo: con Ghiberti al S. Matteo di Orsanmichele e alla prima porta del Battistero a Firenze; con Donatello, a numerose opere, tra cui il pergamo del duomo di Prato (1425-38), il fonte battesimale di Siena (1425), i monumenti funebri dell'antipapa Giovanni XXIII (1427 circa, Firenze, Battistero), del cardinale Rinaldo Brancaccio (1426-28, Napoli, S. Angelo a Nilo), e quello dell'umanista B. Aragazzi (1437 circa, Montepulciano, Duomo) ora smembrato (due angeli a Londra, Victoria and Albert Museum). La misura di tale collaborazione non è ancora stabilita, probabilmente il pensiero creatore è di Donatello, partecipe della classicità di questo periodo dell'arte fiorentina. Ma i caratteri di M. si chiariscono in alcune cariatidi dei monumenti del cardinal Brancaccio e di Giovanni XXIII e, pienamente, nei resti, tutti suoi, di quello di B. Aragazzi, dove il desiderio di romanità (vide forse i rilievi dell'Ara Pacis) si risolve in una ricerca di esasperato e appassionato plasticismo. Altre sculture di M. sono: il Battista a S. Romolo di Bivigliano, alcune Madonne (Firenze, Berlino, ecc.) e altre cose minori. Nell'architettura, dopo la facciata ancora goticizzante di S. Agostino a Montepulciano, aderisce in pieno alle forme del Brunelleschi, rivivendole nel chiostro e soprattutto nella biblioteca del convento di S. Marco. Più significativo è il palazzo Medici-Riccardi, a Firenze, che nel bugnato digradante nei tre ordini della facciata raggiunge, rispetto allo schema di Brunelleschi, un più complesso effetto plastico-luminoso. Fra le altre opere architettoniche di M. si ricordano: la cappella del Noviziato in S. Croce a Firenze (1445 circa); il castello di Cafaggiolo (1451); la villa di Careggi (1459); il cortile di Palazzo Vecchio (1454), l'atrio e il portico per l'Annunciata (1444 circa - 1455) a Firenze, in cui preannuncia L. B. Alberti; la cappella Portinari in S. Eustorgio a Milano; i lavori nel palazzo dei Rettori a Ragusa (Dalmazia).