Regista cinematografico giapponese (Tokyo 1910 - Setagaya, Tokyo, 1998). Dopo studî di pittura, nel 1936 cominciò a lavorare nell'industria cinematografica, dedicandosi alla regia dal 1943. Si affermò a livello internazionale dopo la presentazione di Rashōmon (1950), potente dramma sulla difficile ricerca della verità, che fu premiato con il Leone d'oro a Venezia nel 1951. Nella sua attività si è spesso ispirato a opere letterarie, anche occidentali, ma con costante riferimento alla vita reale e alle tradizioni del popolo giapponese, spaziando dall'epica al romanzo moderno (Dostoevskij) al dramma (Gor´kij) alla tragedia (Shakespeare) alla riflessione sulle drammatiche vicende storiche del suo paese. Tra i suoi film, notevoli sempre per qualità visive e impostazione drammaturgica: Hakuchi ("L'idiota", 1951); Ikiru (Vivere, 1952); Schikinin no samurai (I sette samurai, 1954); Ikimono no kiroku ("Cronaca di un vivente", 1955); Kumonosujo (Il trono di sangue, 1957); Donzoko ("I bassifondi", 1958); Akahige ("Barbarossa", 1964); Dersu Uzala (1975); Kagemusha (1980); Ran (1985); Akira Kurosawa's dreams (Sogni, 1990); Hachigatsu no rapusodi (Rapsodia in agosto, 1991); Madadayo (Madadayo - Il compleanno, 1993).