ALAGNO
. La famiglia amalfitana d'Alagno, di cui s'hanno notizie dal sec. X, ricevuta poi a Napoli nel seggio di Nido, diede al regno uomini di spada, di toga e di chiesa fin dal tempo di Roberto d'Angiò. Notevole tra essi Cola, incaricato di varie ambascerie da Ladislao e da Giovanna II, senatore di Roma nel 1428, nel 1435 tra i componenti la balia di governo formatasi in Napoli alla morte di Giovanna II, nonché capitano della Torre dell'Annunziata, possessore di terre nella prossima Torre del Greco e padre, tra molti altri figli, di Lucrezia, nata intorno al 1430. Di bellezza affascinante, la fanciulla non tardò a richiamare l'attenzione di Alfonso I d'Aragona, che se ne invaghì perdutamente. Ben prestt) le fu riconosciuta ufficialmente la posizione di favorita del re: tanto che fu visitata nella sua casa dall'imperatore Federico III e da sua moglie Eleonora (1452), cantata da quanti poeti italiani e spagnoli verseggiavano alla corte di Napoli. Ciò nonostante, ella seppe restare fedele al suo proposito di non concedersi al re se non dopo che gli fosse divenuta moglie legittima. E poiché AIfonso era legato da matrimonio con la lontana, vecchia e sterile Maria di Castiglia, L. stessa, nel 1457, si recò, in nome di Alfonso, a Roma per ottenere da Callisto IV, imparentato coi d'Alagno, lo scioglimento di quelle nozze. Ma il papa fu irremovibile nel negare il chiesto divorzio. Tornata a Napoli, L. perdeva di lì a poco Alfonso (27 giugno 1458), e, dopo breve periodo d'accordo, veniva in rotta col figlio e successore di lui, Ferrante, e passava dalla parte dei baroni ribelli: il che la costringeva, dopo la vittoria del nuovo re a Troia (1462), a riparare in Dalmazia, e di lì a Ravenna, indi, in anno incerto, a Roma, ove, dedita ad opere di beneficenza, "Madama L." mori nella seconda metà del 1478.
Bibl.: B. Croce, Storie e legg. napol., Bari 1919, pp. 87-117.