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ALAGONA, Blasco, il Giovane

di Francesco Giunta - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
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ALAGONA, Blasco, il Giovane

Francesco Giunta

Nipote di Blasco il Vecchio (non si conosce il nome del padre), nacque in Sicilia verso la fine del XIII secolo. Nella prima metà del secolo XIV divenne, per la fama del nome e per l'abilità guerriera, il principale personaggio della nobiltà catalana tra-piantata in Sicilia. Federico III lo nominò, in data non precisabile, gran giustiziere, colla facoltà di designare alla sua morte il figlio che doveva succedergli nella carica. Nel 1327, accorrendo con pochi uomini da Catania, respinse ad Augusta uno sbarco di Genovesi. L'anno seguente partecipò all'impresa di Pietro II, figlio di Federico, in soccorso di Ludovico il Bavaro, e ai combattimenti di Ischia, Mola di Gaeta, Orbetello. Federico III, morendo nel 1337, lo nominò esecutore delle sue ultime volontà insieme con la moglie e con altri nobili del regno. L'A. continuò a prodigarsi nella guerra contro gli Angioini, prendendo nel 1338 Lentini e difendendo nel 1341 Milazzo assalita da una flotta angioina di 40 navi.

Il 7 genn. 1347 (e non 1346, in quanto il documento è datato secondo lo stile dell'incarnazione col computo fiorentino) fece testamento, dichiarando suo erede il figlio primogenito Artale, cui lasciò anche la carica di gran giustiziere.

Quando nel 1348 morì il duca Giovanni, l'A. rivendicò a sé la tutela del giovinetto re Ludovico. Ma la regina madre Elisabetta, avversa alla nobiltà catalana, richiamò dall'esilio Matteo Palizzi e si appoggiò alla "parzialità" italiana. Nell'estate del 1348 l'A. riunì intorno a sé in Catania i maggiori rappresentanti della nobiltà catalana e si preparò alla difesa. Il 18 giugno del 1349, pur con forze minori di numero, disfece in campo aperto un esercito che Elisabetta e Matteo Palizzi avevano inviato all'assedio di Catania. Nove galere inviategli da Pietro IV d'Aragona nel dicembre del 1349 non gli recarono alcun aiuto, ma egli ugualmente ottenne nello stesso anno un'altra vittoria a Paternò. Nel 1350, in virtù di un compromesso l'A., Matteo Palizzi e Manfredi Chiaramonte furono nominati tutt'e tre vicari; ma la tregua fu rotta già nel 1352 con scontri e azioni di guerriglia che insanguinarono di nuovo tutta la Sicilia. Finalmente nel 1353 il giovane re Ludovico, sottraendosi all'influenza di Matteo Palizzi e per le preghiere della sorella Costanza, stipulò un armistizio con l'Alagona. L'accordo, secondo il quale ciascuno doveva essere reintegrato nei beni posseduti innanzi la guerra civile, fu pubblicato il 4 ottobre del 1353 a Messina. L'anno dopo, il 19 luglio, in uno scoppio d'ira popolare Matteo Palizzi fu ucciso, e la sua testa fu portata all'A., che però si dolse dell'orribile fine del grande nemico. Nominato tutore di Ludovico, convocò un Parlamento, per provvedere alla tristissima situazione del Regno, straziato da tanti anni di lotta senza quartiere. Ma alla fine del 1355 morì, lasciando al figlio Artale la carica di gran giustiziere e la guida della nobiltà catalana.

Fonti e Bibl.: Michele da Piazza, Historia Sicula, in R. Gregorio, Bibliotheca scriptorum. I, Panormi 1791, pp. 483, 492, 533-534, 549-550, 571, 573-574, 580, 605, 609, 628, 758; S. V. Bozzo, Note storiche siciliane del secolo XIV, Palermo 1882, pp. 518, 557, 582, 665; I. La Lumia, Matteo Palizzi, in Storie Siciliane, II, Palermo 1882, pp. 35, 36-37, 62, 87, 95, 98-206; E. Haberkern, Der Kampf um Sizilien in den Jahren 1302-1337, Berlin u. Leipzig 1921, pp. 103, 115, 117, 196; F. Giunta, Aragonesi e Catalani nel Mediterraneo, I, Palermo 1953, pp. 96, 176, 183, 186, 198.

Vedi anche
Ruffo, Pietro II, conte di Catanzaro Pronipote (sec. 13º) di Pietro I, ritornò in Calabria con gli Angioini e vi ricostruì la fortuna della famiglia. Dopo aver debellato i fautori calabresi di Corradino (1268), s'impegnò, durante la guerra del Vespro, per conservare la Calabria agli Angioini, soprattutto con l'efficace difesa da lui fatta ... Federico II d'Aragona re di Sicilia Federico II (detto anche III) d'Aragona re di Sicilia. - Figlio (1272-1337) di Pietro III d'Aragona e di Costanza, figlia di Manfredi, nominato dal fratello Giacomo, divenuto re d'Aragona nel 1291, suo luogotenente in Sicilia, finì invece con l'accettare (1296) la corona offertagli dai Siciliani. Resistette ... Martino il Giovane re di Sicilia Figlio (n. 1374 - m. Sanluri, Cagliari, 1409) di Martino I di Aragona, Sposò (1391) l'erede del regno di Sicilia, Maria, figlia di Federico III, e nel 1392 con suo padre assunse il governo dello stato, riuscendo ad aver la meglio sugli ostili vicarî del regno; nel 1398 s'incoronò re a Palermo. Mortagli ... Manfrédi re di Sicilia Manfrédi re di Sicilia. - Figlio naturale (n. 1232 - m. Benevento 1266) dell'imperatore Federico II e di Bianca Lancia, poi legittimato. Alla morte di Federico (1250) divenne reggente per l'imperatore Corrado IV (1228-1254), suo fratellastro; nel 1258 scavalcò i diritti del nipote Corradino e si fece ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Storia
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    Nipote di Artale I. All'avvento in Sicilia di Martino e Maria d'Aragona (1392) si mise a capo d'un movimento di opposizione ch'ebbe centro in Catania. Caduta questa nelle mani del duca di Montblanch nel 1394, si recò a Milano per cercare di contrapporre agli Aragonesi i Visconti. Svanite queste speranze, ...
Vocabolario
gióvane
giovane gióvane (meno com. gióvine) agg. e s. m. e f. [lat. iŭvĕnis] (nel plur., quasi esclusivam. gióvani). – 1. agg. a. Che è nell’età della giovinezza: uomo g., donna g.; due g. sposi; una signora giovanissima; da g., in gioventù: da...
simil-giovane
simil-giovane s. m. e agg. (iron.) Chi o che è considerato giovane senza esserlo più. ◆ per vendere Don Giovanni e San Giovanni Battista e Amleto e Leopardi ai più imbranati pubblici giovani e simil-giovani, sarà più ruffiano farli interpretare...
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