Scrittore e regista francese ( Brest 1922 - Caen 2008). Tra i principali esponenti della corrente letteraria del Nouveau roman affermò l'idea di una letteratura concepita nei limiti ossessivi della descrizione e della pura oggettività antiromanzesca, secondo quei principi del rifiuto del personaggio e dell'intreccio nettamente riconducibili all'École du regard e da R.-G. portati fino all'estremo limite del trionfo della pura esteriorità. Al cinema si è accostato dapprima come sceneggiatore e poi come regista ritenendolo mezzo congeniale per esprimere tale 'poetica dello sguardo', volta all'indiscriminata registrazione dei fatti, pur senza ottenere con le sue prove cinematografiche il seguito riscontrato in letteratura.
Grazie a una formazione di carattere scientifico, in qualità di ingegnere agronomo e di funzionario dell'Institut national de statistique poté effettuare vari soggiorni e ricerche nelle Antille e nell'Africa equatoriale. Si avvicinò poi alla letteratura con un atteggiamento rivoluzionario che gli consentì di impostare un deciso rinnovamento di schemi e di prospettive. Nei suoi primi romanzi (Les gommes, 1953, trad. it. 1962; Le voyeur, 1955, trad. it. 1962; La jalousie, 1957, trad. it. 1962; Dans le labyrinthe, 1959, trad. it. 1962) R.-G. ha perseguito l'ideale di una narrazione "fotografica", di una descrizione assolutamente oggettiva e neutrale della realtà, spogliando gesti e personaggi della dimensione psicologica, che tenta di spiegarli nei loro fini e nelle loro cause, per farli risaltare nella loro piattezza e insieme nella loro misteriosa ambiguità, cui il romanziere non deve sovrapporre alcuna interpretazione. Tale "poetica dello sguardo", che R.-G. ha esposto in saggi e interviste raccolti in Pour un nouveau roman (1964; trad. it. 1965), sembra arricchirsi nelle opere successive (La maison de rendez-vous, 1965, trad. it. 1966; Projet pour une révolution à New York, 1970, trad. it. 1972; Topologie d'une cité fantôme, 1976, trad. it. 1983; Souvenirs du triangle d'or, 1978, trad. it. 1987; Djinn, 1981, trad. it. 1982) attraverso la rielaborazione, spesso parodica, di miti e stereotipi collettivi e l'emergere di ossessioni ricorrenti, per approdare poi, in Le miroir qui revient (1985; trad. it. 1985) e Angélique ou l'enchantement (1988; trad. it. 1989), a una sorta di "autobiografia indiretta". Vedendo nel cinema un mezzo di espressione ideale della sua "poetica dello sguardo", R.-G. vi si è accostato dapprima come sceneggiatore (L'année dernière à Marienbad, 1961), quindi come regista (L'immortelle, 1963; Trans-Europe-Express, 1966; L'homme qui ment, 1967; L'Eden et après, 1970; Glissements progressifs du plaisir, 1974; Le jeu avec le feu, 1975; La belle captive, 1983; Un bruit qui rend fou, in collab. con D. de Clerq, 1995). Ha pubblicato ancora, tra l'altro, il romanzo La reprise (2001) e il saggio Le voyageur: textes, causeries et entretiens, 1947-2001 (2001). In Scénarios en rose et noir, 1966-1983 (2005) R. ha raccolto le sceneggiature dei suoi film, mentre in Préface à une vie d'écrivain (2005) ha ripercorso le tappe della sua lunga carriera. Membro dell'Académie française dal 2004.