ALBERTANO da Brescia
Nato alla fine del sec. XII, esercitò a Brescia la professione del giudice, rappresentò il comune bresciano nei patti della lega lombarda del 1226 e del 1231, diresse la difesa di Gavardo contro Federico II nel 1237, fu consigliere del podestà di Genova nel 1243. Laico di buona cultura latina, sacra e profana, fu spinto a coltivar le lettere dal desiderio di occupare degnamente i suoi ozî quand'era prigioniero a Cremona nel 1238 dopo la caduta di Gavardo. Scrisse allora il suo primo trattato De amore et dilectione Dei et proximi et aliarum rerum et de forma honestae vitae. Le preoccupazioni morali che governano quest'opera, e che dominano la mente del giudice bresciano, si ritrovano in tutti i suoi scritti posteriori, nel trattatello De arte loquendi et tacendi (1245), nel Liber consolationis et consilii (1246), infine nei suoi cinque sermoni (1243-50). Nessuna originalità di concetti vi si nota, ma ordine, precisione e molta, forse troppa, erudizione. Qualche novità di forma ha solo il Liber consolationis, ch'è un curioso dialogo tra un certo Melibeo e sua moglie Prudenza, la quale in un caso disgraziato lo conforta e lo esorta con saggi consigli al perdono delle offese. Il libro piacque, e fu presto tradotto e imitato in varie lingue. Un abile rimaneggiamento francese, dovuto forse a Renaut de Louhans, inspirò poi al Chaucer un celebre racconto. Brunetto Latini compendiò invece, in un capitolo del suo Tresor, l'Ars loquendi. Ma tutti e tre i trattati di Albertano ebbero larga diffusione; e se ne hanno, soprattutto in italiano, antiche e pregevoli traduzioni integrali, quali son quelle di Andrea da Grosseto (ed. Selmi, 1873), del notaio pistoiese Soffredi del Grazia (ed. Ciampi, 1832) e la versione anonima ristampata più volte dal 1610 in poi.
Ediz.: v. il testo originale dell'Ars loquendi in Sundby, Della vita e delle opere di Brunetto Latini, Firenze 1884, quello del Liber consolationis, nell'edizione del Sundby, Copenaghen 1873; la Forma honestae vitae e i Sermoni sono tuttora inediti. Cfr. N. Zingarelli, I trattati di A. da B. in dialetto veneziano, in Studi lett. ital., III, (1901) p. 151 segg.